CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – Cinquanta anni fa, nella domenica del lontano 15 luglio 1973, in un incidente stradale lungo la strada che da Tirli porta alla località Ampio nel comune di Castiglione della Pescaia, un Pullman dell’Aeronautica militare di Poggio Ballone che trasportava sei militari, rovinava in una scarpata in località Fonte dei fichi a quattro chilometri dalla frazione di Tirli ed in tale occasione persero la vita due giovani militari: l’aviere scelto Luigi Franchi e l’aviere Tonino Palombelli.
«Nell’occasione del 50° anniversario della morte, il comandante attuale del reparto dell’Aeronautica con sede in Poggio Ballone, capitano Giacomo Stefanelli, ha organizzato una cerimonia che si è svolta alla presenza di autorità del Comune di Castiglione della Pescaia, della Provincia di Grosseto, del Pasfa, della comunità tirlese e di ufficiali e sottufficiali attualmente in servizio e in servizio al tempo dei fatti. A tale cerimonia sono intervenuti i famigliari di uno dei due deceduti e il fratello dell’aviere Palombelli dal comune di Cori in provincia di Latina» afferma Giancarlo Indiati al tempo dei fatti capitano in servizio a Poggio Ballone, poi comandante e ora in congedo assoluto, presidente della sezione di Grosseto degli ufficiali in congedo d’Italia delle quattro Forze armate.
«È stata deposta una corona di alloro sul luogo dell’accaduto ed è stata celebrata una messa in suffragio nella chiesa di Tirli. Al termine della Messa, dopo la lettura della preghiera dell’aviatore e le parole del comandante capitano Stefanelli lo stesso ha invitato il colonnello Giancarlo Indiati che per una pura coincidenza era sul posto dell’incidente quel tragico 15 luglio 1973 a dare una testimonianza dell’accaduto.
Poi c’è stata una piccola visita a Poggio Ballone ora sede del Comando della 121^ squadriglia radar remoto della difesa aerea italiana.
«Lo stemma del Reparto dell’Aeronautica con Sede in Poggio Ballone è un “Cerbero” (cane a tre teste) di dantesca memoria e con l’appellativo di “Cerberi” vengono chiamati i militari tutti che hanno e che prestano servizio all’ante. I cerberi non dimenticano» conclude Indiati.