ISOLA DEL GIGLIO – “Mi consigliano di non intervenire pubblicamente sulla questione del ‘porticciolo di Campese’, in quanto indagato, come gli altri consiglieri comunali, ma, in qualità di campesaio e pronipote del fondatore della comunità di Campese (Giuseppe Pini), non posso non dare voce ai suoi sogni, al suo progetto di comunità a Campese, per la sua famiglia, parenti e compaesani, che temo potrebbero tormentarlo, in questo periodo”.
A dirlo l’assessore al turismo, Walter Rossi.
“Il mio bisnonno era soprannominato dai gigliesi ‘Tutto un pezzo’, da quanto era giusto nei suoi rapporti con gli altri, saggezza, buon senso e umiltà gli hanno permesso di essere nominato orgogliosamente dai gigliesi anche oggi, dopo oltre centosessanta anni dalla sua nascita. Mi diceva, mio nonno Antonio, che il Capitano De Albertis (Comandante della Regia Marina Militare e proprietario della Torre Medicea di Campese), grande amico di suo padre Giuseppe Pini, in un momento di riposo, seduti alla panca della meridiana, gli diceva, per incoraggiarlo a continuare a superare le immense difficoltà e credere nei suoi sogni: ‘Capitan Beppino, al Campese verrà così tanta gente che vi manderanno via di casa’. Sante parole. Da sempre, si ipotizza fin dal periodo etrusco, il Campese era un approdo di navi e l’area tra l’Isolella (l’isolotto sul quale i Medici costruirono la torre) e il Fosso della Botte, era l’ideale rifugio dalle forti mareggiate dei quadranti occidentali, verso i quali la baia è esposta e, quindi, da secoli i gigliesi e, soprattutto, i campesai, ci legavano le loro barchette e barche usate per l’esportazione dell’uva in continente, oltre che a Giglio Porto. I luoghi di ormeggio e rifugio delle barche, sull’ìsola, erano due e lo sono ancora, come risulta nel Masterplan Regionale n. 9 del 12/2/2020, della rete dei porti toscani.
Poi è arrivato il turismo, con esigenze importanti della nautica da diporto con i relativi ‘commercianti’ (esterni alla comunità campesaia), tanto da rendere difficile a noi ‘campesai doc’, nel periodo estivo, di trovare un buco per la propria barchetta. Qualcuno ha esagerato e sono intervenute le autorità, interdicendo anche ai residenti l’ormeggio in quello specchio d’acqua, da sempre usato pubblicamente, per il rifugio dei piccoli natanti”.
“Si infrange il sogno del nostro fondatore? Spero proprio di no e sono sicuro che l’amministrazione comunale, unica e vera rappresentante istituzionale delle storiche origini e culturali della sua comunità, risolverà anche questa situazione, forse con un po’ di affanno sui tempi burocratici necessari, ma alla fine sono sicuro che anche il mio bisnonno ‘Capitan Beppino’, riposerà più tranquillo ed orgoglioso dei valori trasmessi, quei valori per i quali i nostri avi hanno lottato e che hanno formato l’Italia: il buon senso, la dedizione e la saggezza popolare.
Come assessore comunale al turismo, voglio esprimere il mio dispiacere dei disagi che i provvedimenti, che anche oggi si sono verificati a Campese, hanno inevitabilmente causato ai miei compaesani e ai turisti che anche quest’anno sono venuti, e verranno, in vacanza da noi, malgrado la crisi generalizzata che si sta registrando in moltissime località turistiche nazionali e nel nostro comprensorio”.