Prosegue il processo di disinflazione delle economie avanzate: i dati più recenti negli Stati Uniti e nell’Eurozona confermano infatti un avvicinamento dell’inflazione ai target di medio e lungo termine, anche se in Europa questa fase di normalizzazione appare più lenta.
Non a caso la FED dovrebbe terminare la lunga serie di rialzi dei tassi con al massimo altri due incrementi entro fine anno, a differenza della BCE che in questo frangente mantiene un atteggiamento decisamente hawkish. Difatti Christine Lagarde e il Board della Banca Centrale non devono solo combattere il caro prezzi, ma anche cercare di sostenere l’euro nei confronti del dollaro -o quanto meno non indebolirlo con un nuovo alleggerimento quantitativo-, per evitare di far lievitare nuovamente il costo delle materie prime, vanificando quanto fatto fin’ora.
Come messo in evidenza anche da Borsamercato, portale di approfondimento dedicato al mondo della finanza, le prossime mosse di politica monetaria saranno condizionate dall’evoluzione del contesto macroeconomico a livello globale: la recessione tecnica registrata da alcuni stati membri dell’Eurozona e alcuni timidi segnali di rallentamento, suggeriscono di non adottare posizioni troppo rigide.
Secondo gli analisti, inoltre, una divergenza delle guidance delle Banche Centrali -FED e BCE- potrebbe creare delle asincronie fra i corsi dei comparti obbligazionari e degli indici azionari di Stati Uniti ed Ue. Per quando concerne gli equity benchmark si tratterebbe di un movimento speculare a quello sviluppatosi nella prima parte dell’anno, che aveva visto le borse dell’Eurozona nettamente più forti rispetto a Wall Street: un eventuale avvicendamento come best performer sarebbe da sfruttare quindi nelle allocazioni di portafoglio di lungo periodo con una rotazione che punti a sovrappesare l’equity market statunitense.
Strategie market neutral sugli indici azionari
Gli investitori con un profilo avanzato potrebbero attuare invece un approccio market neutral, costruendo uno spread fra gli indici statunitensi e gli indici europei. Una strategia di questo tipo, partendo dal presupposto che due benchmark abbiano differente forza relativa, prevede la costruzionecon lo stesso controvalore di una posizione rialzista sul sottostante più forte e di una posizione ribassista sul sottostante più debole. È chiaro che la buona riuscita di un siffatto modus operandi non può prescindere dal contenimento dei costi commissionali necessari a mettere in piedi -e mantenere in essere- la struttura market neutral.
Gli esperti di Borsamercato nei tutorial consultabili liberamente sul portale ufficiale propongono una soluzione molto interessante, per costruire strategie, come quella appena descritta, limitando le spese. Nella fattispecie, aderendo ai servizi di intermediazione dei broker online, si ha la possibilità di utilizzare piattaforme di trading che presentano interfaccia grafica -essenziale per analizzare le strutture di prezzo degli asset– e funzionalità avanzate come lo short selling e la leva finanziaria; nonostante si tratti di infrastrutture tecnologiche evolute le condizioni per il loro impiego sono decisamente vantaggiose.
Spread trading con le piattforme dei broker online
I soggetti in questione, sfruttando i circuiti over the counter, sono in grado di offrire infatti account gratuiti e attivabili con capitali iniziali molto contenuti; ma anche le commissioni richieste per le operazioni di compravendita sono alquanto favorevoli, basti pensare che le società market maker non addebitano alcuna fee di trasporto ordine, sostituita da uno spread applicato tra il miglior prezzo in acquisto e il miglio prezzo in vendita dello strumento finanziario trattato.
Per acquistare e vendere i vari asset presenti nel catalogo prodotti – compresi gli indici azionari-, i broker online propongono la negoziazione dei Contratti per Differenza, particolare derivati che replicano sinteticamente le quotazioni di un sottostante. Inoltre i CFD implementano la vendita allo scoperto e la leva finanziaria, pertanto risultano estremamente funzionali nella costruzione di strategie direzionali long-short o market neutral, come quella introdotta in precedenza.