SCANSANO – Appello congiunto della giunta comunale, comitato Scansano Sos Geotermia e Unione comunale del Pd per fissare paletti ben chiari in tema di geotermia “visto che i nodi stanno venendo al pettine e la questione dimostra tutta la sua assurda illogicità”.
“La richiesta è semplice: Se davvero la ricerca non può essere limitata, la Regione imponga a chi vuole realizzarla di ripristinare i luoghi nella loro integrità, chiudendo i pozzi utilizzati. Perché sia chiaro che – come ci è sempre stato ribadito – non potrà esserci successivo sfruttamento industriale”.
A provocare l’ennesima, corale, presa di posizione sono due fatti concomitanti: per fine mese sono state convocate le Conferenze dei Servizi relative alla concessione dei due permessi di ricerca nelle frazioni di Pomonte e Pancole; l’assessora regionale all’ambiente Monia Monni ha depositato la proposta di delibera per l’approvazione delle modifiche al Piano ambientale ed energetico regionale (Paer) per la definizione delle Aree non idonee (Ani) allo sfruttamento della risorsa geotermica. Tutto il territorio di Scansano è definito non idoneo in considerazione della presenza di produzioni agroalimentari di pregio, ma è interessato da due permessi di ricerca.
Nella delibera la Regione chiarisce che “la non idoneità si riferisce all’impianto nella sua complessiva filiera di estrazione (pozzo) ed utilizzo della risorsa (centrale)”. Ma aggiunge anche che le Ani “non si applicano alle attività di ricerca mineraria, che non possono essere limitate” in virtù di un Regio Decreto del 1927.
La sindaca Maria Bice Ginesi, ha deciso con il portavoce del comitato Scansano Sos Geotermia e vicesindaco Matteo Ceriola e i segretari di circolo e Unione comunale del Pd Leonardo Sedicini e Piero Rossi di rivolgere un appello alla Regione: “Se la ricerca non può essere limitata, si può e si deve chiarire che deve essere fine a se stessa e non il viatico per la realizzazione della centrale. Questo perché nei progetti presentati le società proponenti, alla voce ripristino dei luoghi, scrivono che i pozzi non verrebbero smantellati in vista del successivo sfruttamento della risorsa. In più, nella sua memoria al Tar, dove pendono i ricorsi contro i permessi, l’avvocato della Regione ha scritto che Ani non vuol dire divieto assoluto ma maggior difficoltà ad ottenere il sì alle centrali”.
“Visto che la Regione ha sempre detto nettamente che le centrali qui non i faranno – dicono ad una voce Ginesi, Ceriola e il Pd scansanese – imponga la chiusura dei pozzi a fine ricerca così da non lasciar spazio ad equivoci e false speranze. L’occasione per chiarire questo punto è proprio l’imminente riunione delle Conferenze dei Servizi”.