GROSSETO – «Gli artigiani e le piccole e medie imprese maremmane lavorano quasi sette mesi all’anno per pagare tasse e tributi. Ma cosa accadrebbe se la riforma del fisco al vaglio del Governo diventasse definitiva?». A trattare questo tema, a margine dell’assemblea di Cna Grosseto che si è tenuta ieri, mercoledì 5 luglio, nella sede grossetana dell’associazione, è stato Claudio Carpentieri, responsabile del dipartimento di Politiche fiscali di Cna nazionale.
Anche quest’anno, infatti, l’Osservatorio del Centro studi di Cna sulla tassazione delle piccole e medie imprese ha realizzato lo studio “Comune che vai, fisco che trovi – 2023” che, prendendo in esame un’impresa artigiana media, compara la pressione fiscale nelle principali città d’Italia. A Grosseto, nel 2022, si è dovuto lavorare fino all’8 luglio prima di poter destinare i ricavi della propria azienda ai consumi familiari. Un dato che dimostra un miglioramento rispetto al passato: nel 2019, ad esempio, il “Tax free day”, ovvero il giorno in cui un’azienda smette di “lavorare per le tasse” era il 25 agosto.
Per redigere la ricerca l’Osservatorio di Cna mette a confronto tasse e tributi nazionali, regionali e comunali (dall’Imu alla Tari, passando per Irap, Irpef, contributi previdenziali Ivs, addizionali varie) su un’impresa tipo, con un laboratorio artigiano di 350 metri quadri e un negozio di 175 metri quadri, con ricavi per 431mila euro all’anno, con quattro operai e un impiegato e con un utile di 50mila euro annuali. Se si va ad analizzare il total tax rate, ovvero l’impatto di tasse e tributi sul reddito di impresa, si evidenzia come, nel capoluogo grossetano, la situazione sia migliorata negli ultimi anni: nel 2019 il total tax rate era del 60,6%, nel 2020 e nel 2021 del 60,2% per passare al 52,7% nel 2022.
«Eppure, come Carpentieri ha sottolineato nel suo intervento alla Cna di Grosseto, la situazione potrebbe migliorare se alcune delle proposte previste nella riforma del fisco andassero a buon fine – commenta Cna -. In particolare, con il fondo taglia tasse che determinerebbe una maggiore equità nel prelievo delle imprese soggette a Irpef, equiparando le detrazioni fiscali sui redditi da lavoro (ovvero potendo detrarre il lavoro dipendente), il totale tax rate per le imprese grossetane scenderebbe di 3,1 punti percentuali passando dal 52,7% al 49,6%. Anche con la tassazione agevolata sul reddito di efficienza, ovvero il reddito di impresa lasciato in azienda per finanziare investimenti, il total tax rate scenderebbe di 1,8 punti percentuali, scendendo dal 52,7% al 50,9%».
«Anche se la tassazione sulle imprese si è ridotta di 7,5 punti percentuali – ha spiegato Carpentieri nel suo intervento -, grazie all’eliminazione dell’Irap per le piccole imprese personali e per gli autonomi, alla rimodulazione dell’Irpef e alla deduzione integrale dell’Imu pagata sugli immobili strumentali delle imprese, è rimasta alta e, soprattutto, molto variabile nel territorio. A Bolzano, ad esempio, il reddito di impresa è tassato del 47,6% mentre ad Agrigento si arriva al 58%. Questa differenza è dovuta a una forte variabilità dei valori catastali degli immobili strumentali delle imprese, dove l’Imu che si paga, a prescindere dalla realizzazione del reddito, fa la differenza».
«La deduzione integrale dell’Imu, ha proseguito Carpentieri – ha ridotto questa discrepanza, perché chi più paga Imu, meno paga Irpef, ma non l’ha eliminata. Cna confida fortemente nella riforma fiscale, in prima battuta nell’obiettivo di unificare le detrazioni per i redditi da lavoro, che adesso sono molto diversificate e vanno da nessuna detrazione per chi è in contabilità ordinaria di impresa, alla tax area di 5mila 500 euro per le imprese in contabilità semplificata per arrivare alla situazione dei lavoratori dipendenti che, con i vari bonus imposte sono arrivati quasi a 13mila euro. Con la riforma questa variabilità potrebbe essere ridotta e ci auspichiamo anche che si arrivi alla completa eliminazione dell’Irap anche per le società di persone: l’importante è che questa non si tramuti in una addizionale per evitare di tornare alla situazione di partenza. Ci aspettiamo inoltre che per le imprese in contabilità ordinaria si possa tassare in modo proporzionale e ridotto i redditi che vengono lasciati in azienda e applicare l’aliquota Irpef solamente a ciò che viene distribuito per i consumi personali».