GROSSETO – Con l’inizio dell’estate, torna come ogni anno il campo scuola per i giovani pazienti diabetici, organizzato dalla Pediatria del Misericordia con la collaborazione di Agd, associazione giovani diabetici di Grosseto e finanziato dalla Regione Toscana.
Questa volta è stata scelta la splendida cornice del Prato delle Macinaie, sul Monte Amiata, dove i 18 partecipanti, provenienti da tutto il territorio della Asl Toscana sud est, di età compresa tra 7 e 17 anni, hanno trascorso le loro giornate dal 25 giugno all’1 luglio. Ad accompagnarli le pediatre specializzate in diabetologia Cristina Soci e Laura Farmeschi, le infermiere di Pediatria Erika Bernabini, Francesca D’Ambrosi, la coordinatrice infermieristica Elisabetta Carone e la psicologa Lucia Ceccarelli, presente grazie al contributo economico di Agd.
Durante il soggiorno, gli incontri formativi ed educativi con i professionisti sono stati intervallati da momenti ludico-ricreativi in gruppo, tra cui attività sportive ed escursioni, con lo scopo di mettere in pratica gli insegnamenti teorici appresi.
“Siamo alla 42° edizione del campus, un progetto di educazione alla salute dedicato ai giovani diabetici che nel tempo si è rivelato davvero utile per i pazienti e per i loro familiari – spiega la dottoressa Susanna Falorni, direttrice Pediatria e Neonatologia – E’ un’occasione di crescita per i pazienti, un momento per consolidare le loro conoscenze sulla gestione di questa condizione clinica cronica che può incidere sul carattere, la socializzazione, l’ambiente familiare e le relazioni in generale. Attraverso le attività svolte, coordinate dai professionisti e condivise con i compagni, si vuole aumentare la consapevolezza della patologia e sviluppare maggiore sicurezza nell’autogestione, garantendo ai bambini e ai ragazzi una migliore aspettativa di vita. Dopo tanti anni, il bagaglio di conoscenze ed esperienze raccolto rappresenta un grande valore che ci aiuta a offrire cure sempre migliori. Ringrazio il personale sanitario che organizza e realizza l’evento, l’Agd e la presudente Chiara Aceto, e il titolari dell’hotel Le Macinaie per la disponibilità”.
Tra i ragazzi più grandi, quattro hanno svolto il ruolo di tutor, aiutando i sanitari e affiancando i più piccoli: “Mi hanno diagnosticato il diabete a 8 anni, i professionisti della Pediatria del Misericordia mi hanno insegnato a convivere con questa malattia. Ho imparato a vivere la mia quotidianità come tutti gli altri, prendendomi cura della mia salute senza che questo rappresentasse una limitazione – racconta Pietro (nome di fantasia), diciassettenne in carico ai servizi del Misericordia, che ha partecipato sin dalla prima edizione al campo scuola e ha poi deciso di ‘restituire’ l’esperienza positiva vissuta – Sono un veterano del campus, qui, così come agli ambulatori dell’ospedale, mi sento in famiglia. Mia madre ha creduto subito nella bontà dell’iniziativa e aveva ragione, mi ha spronato a partecipare, da quel giorno non ho mancato una volta e da tre anni ho deciso di fare il tutor. Mi fa piacere aiutare i bambini e i ragazzi diabetici, si fidano dei tutor perchè sanno di avere di fronte persone che li capiscono realmente, che vivono le stesse identiche situazioni. Il campo è un’esperienza unica per accettare il diabete e vederlo sotto una luce diversa, per imparare le procedure quotidiane di controllo dei valori, ma anche per creare grandi amicizie, ridere e scherzare tutti insieme”.
Oggi la gestione del diabete avviene anche grazie alla tecnologia, strumento essenziale per il controllo metabolico. Tutti i partecipanti del campus infatti utilizzavano un device per il monitoraggio costante della glicemia, alcuni in associazione a un microinfusore che eroga regolarmente insulina in base ai valori glicemici rilevati dal sensore. Particolare attenzione è stata dedicata anche al metodo della Conta dei carboidrati che consente una migliore precisione delle dosi di insulina.
“Ogni anno l’adesione all’iniziativa è notevole, così come l’entusiasmo dei ragazzi e il rapporto che si è creato tra loro condividendo esperienze, vissuti e quotidianità di una condizione comune che tuttavia non limita la vita, ma prevede le stesse possibilità e prospettive di chi non è affetto da questa patologia metabolica. A oggi hanno partecipato circa 1000 tra bambini e adolescenti – concludono Soci e Farmeschi – Giusto sottolineare il contributo dei tutor, punto di forza a supporto dei più piccoli nella gestione del loro diabete e dello staff nell’organizzazione di attività educative e ludiche”.