GROSSETO – «Dopo aver consegnato 700 firme al prefetto insieme a Sicet e Uniat per chiedere al governo di ripristinare urgentemente il fondo nazionale di sostegno all’affitto, Sunia sperava sinceramente in un’azione corale delle istituzioni locali. A partire dai Comuni più grandi della nostra provincia, che avrebbero potuto sostenere l’iniziativa dei sindacati inquilini». A dichiararlo è il segretario del sindacato Sunia Antonio Terribile.
«Invece di svolgere un ruolo di leadership – spiega Terribile – promuovendo un’azione corale che coinvolgesse anche la Regione, il Comune di Grosseto ha scelto di battere la strada più semplice, puntando sulla demagogia e scegliendo di stanziare 268mila euro per dare l’idea di tappare la falla degli 800mila che nel capoluogo sono venuti a mancare a seguito della scelta del governo Meloni di eliminare il “fondo nazionale di sostegno all’affitto”. Stiamo parlando di risorse statali trasferite al Comune capoluogo che fino allo scorso anno consentivano a 570 nuclei familiari con un Isee fino a 12mila euro di avere un’integrazione per poter pagare il proprio affitto».
«Invece di affrontare il problema di petto, verrà pubblicato un bando per il contributo affitto con un budget del tutto insufficiente rispetto al problema della potenziale morosità che potrebbe riguardare centinaia di famiglie grossetane. In un contesto socioeconomico fortemente deteriorato negli ultimi due anni, come dimostrano l’aumento di morosità e sfratti esecutivi. Facile fare un confronto fra l’anno precedente e cosa succederà quest’anno. A Grosseto il canone medio annuo va dai 4.800 ai 7.200 euro, che corrispondono a mensilità da 450 a 600 euro. Il budget 2022 del Comune di Grosseto (grazie al fondo nazionale abolito dal governo Meloni) era di 800mila euro, e aveva consentito un’erogazione massima di 1.700 euro alle famiglie più fragili in fascia A. Contributo che riusciva a coprire quasi tre mensilità. Circa 570 domande».
«Il budget 2023 con le sole risorse del Comune (268mila euro), a fronte di un numero maggiore di domande, circa 700, consentirà un contributo che oscillerà tra 300 e 400 euro – prosegue Sunia -. Questo significa che non si arriverà a coprire neppure una mensilità che, spalmata su tutto l’anno, equivarrà a un contributo mensile di 25/30 euro. A fronte di un silenzio generale sul tema dell’eliminazione del fondo nazionale al sostegno, questa iniziativa potrebbe anche apparire lodevole. Il Sunia non solo la ritiene del tutto insufficiente a fronte di un avanzo di bilancio di 10 milioni di euro, perché creerà aspettative e disillusioni tra le famiglie. Ma pensa anche che sia la soluzione più comoda; l’alibi perfetto per non fare fronte comune è trasversale con tutti gli enti locali per mettere il Governo Meloni di fronte alle proprie responsabilità, per aver abbandonato a sé stesse 200mila famiglie italiane – fra le quali quelle di Grosseto e della Maremma – in un momento di grave crisi sociale. Testimoniata dal fatto che oramai il 10% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà».