SCARLINO – «Lo scorso 21 giugno è stato sottoscritto un documento d’intesa che è stato condiviso e sottoscritto dalla Rsu aziendale, da tutti i sindaci del comprensorio e dalla provincia di Grosseto, assieme ai manager locali della Venator, per trovare la soluzione al superamento dell’attuale crisi produttiva e alla chiusura dell’impianto che produce biossido di titanio di Scarlino». Così il deputato di Fratelli d’Italia Fabrizio Rossi fa il punto sulla situazione legata alla produzione dello stabilimento Venator di Scarlino.
«Adesso manca all’appello la Regione Toscana – prosegue il deputato – e, da quanto si apprende da fonti sindacali, quest’ultima avrebbe convocato per la fine della prossima settimana tutte le parti. Purtroppo, arrivati a questo punto, il ricorso agli ammortizzatori sociali e alla cassa integrazione straordinaria non è più evitabile, anche se come denunciano le Rsu aziendali per adesso non vi è sul tavolo nessuna richiesta da parte di Venator. Adesso occorre che la Regione Toscana finalmente si muova, e firmi le autorizzazioni per le concessioni temporanee per lo stoccaggio dei gessi rossi, così che per fine 2023 o al massimo inizio 2024, la situazione possa muoversi in quanto non bastano solamente quelle. Almeno da quanto si apprende dalle Rsu della Venator, gli stessi riferiscono che: “le intenzioni di disponibilità per lo stoccaggio dei gessi nei terreni dei comuni di Scarlino e Gavorrano ci sono, ma da questi ultimi vogliamo anche certezze”».
«Pertanto, risulta del tutto evidente che questa soluzione appena prospettata, rappresenta un “provvedimento ponte”, quantomeno di tre anni per circa un milione di tonnellate di stoccaggio, in quanto è del tutto palese che per il futuro a medio e lungo termine occorrerà trovare un deposito permanente di stoccaggio, come quello già disponibile e situato in località “La Vallina” nel comune di Gavorrano».
«Se è vero, come riporta un documento delle Rsu locali, che l’Ad di Venator ha confermato la volontà del gruppo di continuare ad operare a Scarlino – conclude Rossi – è anche vero che se non si vuole cancellare dalla zona nord della provincia di Grosseto un importante comparto come quello del polo industriale della zona del “Casone”, anche la Regione deve fare la propria parte. Quindi ben venga l’incontro programmato in Regione per il prossimo 7 luglio, ma è altresì opportuno che si metta definitivamente nero su bianco alla concessione delle autorizzazioni per lo stoccaggio provvisorio, al fine così di dare uno spiraglio e prospettive future al polo chimico di Scarlino, ridando così fiducia ai lavoratori, all’indotto e all’economia di questo importante comparto industriale della provincia di Grosseto».