CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – Il grave fatto di cronaca avvenuto ieri pomeriggio in un ristorante di Castiglione della Pescaia ha fatto emergere un problema sommerso che non tutti conoscono.
Per chi non avesse letto l’articolo ieri, facciamo un breve riassunto: cinque persone di Piombino ieri sono andate a mangiare in un ristorante di Castiglione della Pescaia. Al momento di pagare il conto, però, i clienti hanno tentato la fuga riacciuffati dal proprietario. Ne è nata una colluttazione e, quando l’uomo era di spalle, è stato colpito alla testa finendo in ospedale con un trauma cranico. Con lui è ricorso alle cure anche uno dei clienti (clicca QUI per sapere cosa è successo).
Ad intervenire sulla vicenda oggi è Paolo Luciani presidente dell’Associazione ristoratori castiglionesi, confermando che purtroppo quello di chi fugge senza pagare il conto è un problema non così isolato.
«Il brutto episodio accaduto ieri a una caro collega e amico purtroppo non è il primo. Nella chat che abbiamo spesso i colleghi denunciano fatti simili: “usciamo a fumare” e non li vedi più, “la carte non funziona vado al bancomat a prelevare e ritorno”, ancora aspettano… “ho lasciato il portafoglio in macchina”. Quando cominci a lavorare 16/18 ore al giorno al caldo, e ti succedono queste cose, ti senti preso in giro e demoralizzato».
«Ultimamente, con molti colleghi ci siamo confrontati di come sta cambiando il mondo della ristorazione» afferma.
«C’è la mancanza di personale: come dico sempre ai miei ragazzi, esistono bravi dipendenti e pessimi datori, come esistono bravi datori e pessimi dipendenti, l’ideale è trovare un equilibrio. Quando ho l’occasione di fare dei colloqui non chiedo l’esperienza; la regola che vige per lavorare bene e sereni è il rispetto di cose e persone. Si intende rispetto delle cose tutto il materiale che ti viene messo a disposizione per lavorare, e rispetto delle persone inteso come rispetto verso i colleghi di lavoro e clienti».
«Ci sono poi le recensioni delle persone. Io sono sei anni che non le guardo. Tutti sono esperti di cucina e di vini, senza sapere minimante cosa c’è dietro al mondo della ristorazione, ragazzini che non hanno mai lavorato in vita propria si permettono di giudicare il mondo del lavoro. Un avvocato che perde una vostra causa, e vi dice “poteva andare peggio, questa è la mia parcella e spese 5.000 euro”. Oppure il medico che vi fa un’accurata visita da 300 euro e sbaglia diagnosi. Oppure il commercialista che sbaglia la denuncia dei redditi, l’architetto che sbaglia le misure, il meccanico che sbaglia una riparazione, ecc. Non ho mai visto nessuna recensione verso queste professioni o altre… però lo spaghetto era scotto» prosegue Luciani.
«Per fortuna esistono sempre clienti che hanno piacere di essere consigliati, si affidano e si lasciano coccolare; ma non tutti sono così, ci sono quelli che ti prenotano non vengono e non avvisano, quelli che prenotano e si presentano con 40 minuti di ritardo senza avvisare, quelli che “il tavolo non mi piace”, quelli che “se non mi tratti bene ti faccio una cattiva recensione”, quelli che “se non mi offri l’amaro non ti lascio libero il tavolo”…».
«Quando cominci a lavorare 16/18 ore al giorno al caldo, e ti succedono queste cose, ti senti preso in giro e demoralizzato, e ripeto: prima di giudicare bisogna conoscere cosa c’è dietro al lavoro della ristorazione. Vogliamo migliorare il mondo con tante regole, ma ne basterebbe una sola: il rispetto di cose e persone, che deve cominciare nelle famiglie, nella scuola, e nel mondo del lavoro».