GROSSETO – Massimiliano Frascino non è più il presidente della Fondazione Il Sole. A comunicarlo è stato direttamente lui sul suo profilo Facebook annunciando che, dopo 18 anni alla guida della Fondazione che aveva tra l’altra contribuito a far nascere, lascia l’impegno da presidente.
«Mercoledì 21 giugno – scrive Frascino – si è conclusa la mia esperienza alla Fondazione Il Sole, che ho avuto l’onore e l’onere di presiedere dal 2005 ad oggi. Diciotto anni di impegno totalizzante – 21 tenendo conto del triennio in cui ha operato il Comitato promotore – nel corso dei quali sul piano personale ho fatto un’esperienza entusiasmante per quanto faticosa. Mentre su quello collettivo spero di aver contribuito a dare una visione diversa della disabilità e di come sia possibile organizzare i servizi per le persone disabili e per le loro famiglie».
«Ora quest’impegno si chiude. È una decisione che avevo maturato da qualche tempo a questa parte, dopo aver più volte sostenuto di non essere intenzionato a fare il presidente a vita. Nel convincimento profondo che sia inopportuno occupare lo stesso ruolo per troppo tempo consecutivamente, specialmente in un’organizzazione collettiva del Terzo settore. Sollecitando per questo altre persone ad assumersi responsabilità per preparare il passaggio di testimone».
«C’è poi la motivazione personale, perché a 57 anni la mia condizione di persona tetraplegica richiede di organizzarmi la vita in modo diverso rispetto al passato. Infine, un’ultima considerazione. Da un paio d’anni ho maturato convinzioni sul futuro della Fondazione che non sono state condivise da molti, nonostante nel tempo il Consiglio di amministrazione abbia preso tutte le decisioni all’unanimità. Lo scorso aprile avevo detto pubblicamente che sarei stato disponibile a rimanere per l’ultimo mandato solo a certe condizioni. Verificato che queste non c’erano, non ho avuto alcuna difficoltà a prenderne atto. Anzi. D’altra parte, ho sempre pensato che siamo tutti necessari, ma nessuno è indispensabile. Perché va privilegiata la continuità dell’ente rispetto ai destini personali. Che nel mio caso non dipende dal ruolo».
«Non amo affatto la retorica, né sono particolarmente incline all’emotività. Ma non posso non cogliere quest’occasione per ringraziare sinceramente le centinaia di persone che in questi anni ho avuto la fortuna di incontrare grazie alla Fondazione Il Sole. Un saluto anche a quelle con cui non sono andato d’accordo, perché il conflitto è stato sui punti di vista».
«Non potendo ringraziare uno per uno tutti quelli che ho in testa – fatalmente dimenticherei qualcuno – provo a farlo per categorie. A partire dai membri del Cda avvicendatisi negli anni, citando solo Andrea Lozzi, Alberto Bambagini e Mauro Moscardini, amici ai quali poco più di cinque anni fa ho chiesto di “compromettersi” in virtù delle loro competenze. Poi Tiziana Tenuzzo, che in appena tre anni ha fatto un lavoro incredibile nel ruolo difficile di fundraiser. Maria Paola Tinti, che da revisora dei conti ha avuto grande pazienza. E naturalmente Fabio Becherini e Francesco Carri di Banca Tema, e Luca Terrosi della coop Uscita di Sicurezza, che sono stati più che soci sostenitori della Fondazione. Così come Alfonso De Pietro, che rappresenta Grosseto in seno alla Fondazione CR Firenze. Lo ripeto, attraverso loro testimonio la mia gratitudine a tante altre persone con le quali ho avuto a che fare, compreso chi ha avuto o ha ruoli istituzionali, nei Comuni, in Provincia o Regione, al CoeSo».
«Un ringraziamento particolare va agli operatori, i veri artefici del benessere delle persone con disabilità che frequentano le attività della Fondazione. Molti di loro sono arrivati che erano ventenni, altri si sono aggiunti in una fase successiva. A loro, compreso chi anni fa ha preso altre strade, riconosco competenza, tenacia ed empatia che gli fanno davvero onore. Poi tengo moltissimo a ringraziare i titolari delle aziende che sia agli esordi, sia più recentemente con il progetto Aziende alla Luce del Sole, ci hanno generosamente e disinteressatamente sostenuto. Sposando l’idea di farsi carico di una responsabilità sociale a prescindere dal fatto che fossero direttamente coinvolti o meno nella disabilità. Così come è impossibile non avere gratitudine per le migliaia di persone che in questi anni ci hanno sostenuto con il 5 per mille o con le loro donazioni, non di rado per cifre cospicue. Testimonianza concreta dell’attenzione per il nostro modus operandi e per la visione della disabilità trasmessa dalla Fondazione. Fra queste, una menzione particolare per le volontarie dei Pacchi di Natale. Per quanti, tanti, si sono impegnati in feste, cene, mercatini e aperitivi solidali. Per i volontari del Servizio civile. Ho lasciato per ultime famiglie e persone con disabilità. Perché il loro è il ruolo più difficile nella vita, per motivi facilmente intuibili. Coi familiari ho avuto in questi anni rapporti idilliaci e scontri molto duri. Con molti ho legato, con altri no. Con le persone disabili ho cercato di comportarmi in modo empatico, ma rifiutando radicalmente atteggiamenti pietistici. Ricordo con affetto alcuni di loro che se ne sono andati: Mimmo, Michele, Elisa, Rosalba, Dino, Enrico. Con tutti ho cercato sempre di essere onesto, non trattando le persone né con commiserazione, né con accondiscendenza. A costo di essere frainteso. Perché così penso bisogni comportarsi. Ho fatto degli errori, ma ho fatto del mio meglio. Sempre in buona fede».
«Per questo lascio con animo sereno, sollevato. Augurando a tutti le cose migliori. Consapevole che questo non basta e che ogni risultato va conquistato. In bocca al lupo alla Fondazione Il Sole».