FIRENZE – La Toscana nel post pandemia si conferma tra le mete più richieste dal turismo. In particolare da quello internazionale, quasi tornato nel 2022 ai livelli del 2019 ed in forte crescita nel primo trimestre 2023. Il rapporto Irpet sul turismo, presentato oggi a Palazzo Strozzi Sacrati, ha fornito utili indicazioni al lavoro che la Regione dovrà impostare in prospettiva. Alla presentazione sono intervenuti l’assessore all’economia e al turismo Leonardo Marras, il curatore della ricerca Enrico Conti ed il sindaco di Montepulciano nonché responsabile turismo per Anci Toscana Michele Angiolini.
I dati
Dopo il complicato biennio 2020-21, il 2022 è stato l’anno della riscossa: +36,6% delle presenze sul 2021 e avvicinamento ai livelli pre-pandemici (‘solo’ -8,2 rispetto al 2019). Protagonista il turismo internazionale: +92% di presenze rispetto al 2021 (-12% rispetto ai livelli del 2019). Crescita anche per il mercato nazionale: +5% rispetto al 2021 nonostante la riapertura delle destinazioni internazionali e divario rispetto al 2019 pressoché azzerato, -3,8%. Confermano il trend anche i dati del primo trimestre 2023: +36,6% le presenze rispetto al 2022.
Il turismo nel 2019 ha inciso per il 12% del Pil toscano. Il consumo turistico nel 2022 è sostanzialmente tornato ai livelli del 2019 attestandosi sui 10 miliardi (resta da recuperare ancora il 4,8%). Lo studio evidenzia una significativa redistribuzione territoriale dei flussi e del consumo che ha avvantaggiato le destinazioni balneari e in misura minore le aree rurali a scapito delle maggiori città d’arte e termali. Il 15% del lavoro in Toscana è attivato da settori legati al turismo: ricettività e ristorazione, servizi culturali e spettacolari, sebbene sia un’occupazione caratterizzata da stagionalità, concentrazione sulle qualifiche più basse e salari inferiori rispetto ai settori industriali. Per crescita nel lungo periodo, Toscana dietro solo alla Lombardia e con una particolare capacità competitiva nel turismo internazionale. Emerge una funzione stabilizzatrice dell’economia turistica, in grado di attutire gli effetti occupazionali delle crisi dei settori manifatturieri e di aiutare a far sopravvivere le aree interne.
Presenze. Quelle straniere tra il 2021 e il 2022 sono raddoppiate passando da 12,5 a 24 milioni. Non solo europei (+59,3%) ma soprattutto extraeuropei (+303,9%) in particolare da America e Oceania. Le presenze USA hanno registrato un +335,6 rispetto al 2021 praticamente recuperando i livelli 2019. Quelle asiatiche 2022 invece hanno segnato -64,1% in confronto a quelle 2019. Notevole tuttavia il confronto col 2021: +275,7%, con segnali molto confortanti dai mercati dell’estremo oriente anche per il 2023. Ottimo il contributo dai paesi centro-europei di lingua tedesca che, dopo la crescita del 2021, si consolidano anche nel 2022 con un aumento intorno al 30%. I flussi nazionali provengono soprattutto dalle regioni del centro-sud, seppur con un 10% ancora da recuperare rispetto al 2019.
Tipologia ricettiva. Sono soprattutto le strutture alberghiere, in particolare 4 e 5 stelle, a trainare la ripresa 2022, grazie al ritorno del turismo di massa nelle città d’arte e di europei ed extraeuropei. I 5 stelle nel confronto 2019-22 sono i più vicini ai livelli pre pandemia, -4,2%. Il ritardo dei 4 e 3 stelle rispetto al 2019 resta ancora ampio: ricercati da un turismo con minor capacità di spesa, penalizzato da inflazione e aumento del costo dei voli. Aumentano invece le presenze in appartamenti e case affittate su piattaforme online, +38,4% nel 2022 sul 2021, oltrepassando di oltre il 51% i livelli 2019. Buona la performance delle strutture dedicate al turismo a contatto con la natura e all’aria aperta, come i villaggi turistici e gli agriturismi. Stabili campeggi e residence.
Offerta ricettiva. A fronte di una crescita media annua (al netto delle locazioni turistiche brevi) modesta nel 2008-2019 (+1,1%), con le locazioni turistiche brevi il dato è più che raddoppiato, +2,6%. Con il Covid questo tipo di ricettività si è dimostrato il più resiliente in termini di domanda e il più capace di venire incontro ai bisogni degli utenti. Nel 2022 i posti letto registrati da questa categoria ricettiva hanno rappresentato un quarto del totale. Crescita, nel periodo 2008-2022, anche per alberghi a 5 stelle (+79%), 4 stelle (+13%), agriturismi (+66%) e residence (+17%). Calo per alberghi low cost (-36.4% uno e due stelle) e 3 stelle (-16,9%), in parte spiazzati dalla nuova offerta ricettiva extra-alberghiera costituita da B&B, affittacamere, e case vacanza (+23,3%). Stabili campeggi e villaggi turistici.
Territori. Le destinazioni marittime e quelle montane sono le uniche ad aver pienamente recuperato i livelli 2019: +5,5% e +1,9% rispettivamente. Quelle collinari si fermano al -4,8%. Netto ancora il ritardo delle città d’arte, -23,7%, dipendenti dai flussi internazionali. Firenze su tutte, ma anche Pisa e Montecatini. Note positive invece per la Piana di Lucca e la Val di Chiana Aretina. Tra gli ambiti con le prestazioni migliori nel 2022 in confronto al 2019, Livorno e la Costa degli Etruschi, Riviera Apuana e Isola d’Elba tra i balneari, Val d’Orcia, Val di Chiana e Val d’Arno Aretino tra i collinari. Tra quelli montani Lunigiana, Amiata e Casentino.
Mercato del lavoro turistico. Nel 2022 colmato il divario con il periodo pre Covid. La ripresa già avviata nel 2021, si è e rafforzata nella primavera/estate 2022. Aumento confermato anche nei primi due mesi 2023. Le più penalizzate durante la pandemia e le meno capaci di tornare ai livelli pre crisi sono state le fasce più precarie del settore, quella giovanile e femminile. Gli effetti più negativi nelle aree turistiche meno forti e dove maggiore è la stagionalità dei flussi, in particolare in Versilia. Nel sud della regione i saldi rispetto al 2019 sono positivi. Il 2022 è l’anno della piena ripresa della domanda di lavoro turistico nelle due maggiori città d’arte Firenze e Pisa, e a seguire Siena e Arezzo, nonostante il loro ritardo ancora ampio in termini di presenze rispetto al 2019.
Tendenze per il 2023: il primo trimestre. Le dinamiche dei flussi turistici nei primi tre mesi confermano quanto finora osservato. Continua la ripresa delle presenze del primo trimestre 2022, sebbene a ritmi inferiori. Se rispetto al 2021 sono stati recuperati circa 1,7 milioni di pernottamenti (+138,7%), nel gennaio-marzo 2023 rispetto al 2022 l’aumento si ferma a 1,1 milioni (+36,6%). Per pareggiare il divario dal primo trimestre 2019 (-19,6%) restano da riconquistare circa 1 milione di pernottamenti.
Come nel 2022 protagonisti della ripresa sono gli stranieri (+93%), in particolare extra-europei (+145,6%). Resta per questi ampia la distanza dai flussi 2019 (-34%), quasi colmata, invece, dagli europei (-5,5%). La crescita dei mercati nord-americani è costante e sostenuta (+100% sul 2022), ormai raggiunti i livelli 2019 (-1%). Per quelli asiatici, nonostante la forte ripresa (+256% nel primo trimestre 2023/22), resta sempre ampia distanza dai livelli 2019 (-54,6%). Dalla riapertura della regione Asia e Pacifico, avvenuta a partire dalla metà 2022, gli operatori si attendono un ulteriore rimbalzo della domanda di viaggi verso l’Europa, prefigurando la possibilità di tornare pienamente ai livelli del 2019. Ancora ampio il gap sul 2019 di Africa (-39%) e latino America (-21,8%). Buona la ripresa anche del mercato est europeo (+61,3% sul primo trimestre 2022) ma ancora lontani i livelli 2019 (-35%) a causa delle conseguenze geopolitiche ed economiche della guerra. I flussi nazionali crescono poco rispetto al 2022 (+9,8%) e devono ancora colmare quasi il 16% rispetto al 2019. Nel confronto 2022-2023 a livello territoriale si segnala l’aumento delle città d’arte (+53,9%), delle aree collinari (+40,5%) e montane (+9,8%), in calo quelle balneari (-8,7%). Tuttavia per le città d’arte il gap col 2019 resta ancora ampio (-25,5%). Scende al 9,9% per la montagna ed è quasi colmato per mare e collina (-4%).
“Il Rapporto ci racconta che alcuni fenomeni stanno emergendo – ha commentato l’assessore Leonardo Marras -. Innanzitutto ci dice che è sempre maggiore la componente del turismo straniero, ed in particolare quello europeo, e quest’ultimo deve diventare sempre più il mercato di riferimento per la Toscana. In secondo luogo vediamo che le destinazioni che consolidano la loro attrattività non sono solo quelle che si stanno riscattando dal post pandemia, come le città d’arte e quelle ancora in difficoltà, ma soprattutto quelle non troppo conosciute e che invece sono ancora molto ricercate. Questo ci impone anzitutto di lavorare con attenzione particolare sull’organizzazione dell’offerta, che deve essere messa in condizione di utilizzarne al massimo le potenzialità. Su questo ultimo aspetto siamo impegnati per modificare la normativa attuale. Occorre infine prevedere azioni promozionali mirate, con particolare attenzione ai paesi europei e al Nord America”.
Il rapporto prende in considerazione anche il boom delle locazioni turistiche. “La Toscana – ha aggiunto Marras – intende stare dentro al dibattito nazionale appena partito, sulla base della proposta di legge della ministra Santanchè che, insieme a tutte le altre Regioni, abbiamo giudicato largamente insufficiente per governare un fenomeno così rilevante del turismo italiano. Abbiamo formalizzato insieme agli altri assessori regionali un documento di proposte e, anche nella revisione del Testo Unico regionale del turismo, inseriremo norme che accompagneranno il dibattito nazionale in modo da inquadrare nel modo più corretto questa tipologia di offerta turistica”.
“Dalla ricerca – ha detto Enrico Conti – emergono anzitutto la resilienza e la competitività della Toscana: destinazione top in Europa che affronta la pandemia e riesce a superarla con numeri che si consolidano in positivo. La Toscana può contare su varie offerte che sfruttano la ruralità e tutto quello che è legato al turismo esperienziale e outdoor. Un turismo che si sviluppa non solo nelle aree interne ma anche in quelle balneari, nell’immediato entroterra. Qui i nuovi turisti post covid hanno trovato ciò che cercavano. E poi le destinazioni d’arte, che hanno sperimentato un grande rimbalzo nel 2022 e in quello in corso. Sono arrivati e arrivano più europei, manca ancora l’Asia ma il recupero è notevole: non siamo ancora ai livelli 2019 ma la ripresa è impetuosa e il divario è stato pressochè azzerato”.
“La ripresa dell’economia legata al turismo – ha spiegato Michele Angiolini – è di fondamentale importanza: a marzo 2020 non ci saremmo mai aspettati di tornare così presto ai livelli pre Covid. I risultati che abbiamo raggiunto sono frutto di una nuova compattezza di tutti i soggetti coinvolti: Comuni, Regione, Toscana Promozione hanno lavorato insieme e i tanti eventi che abbiamo organizzato insieme lo dimostrano, come il percorso di Ambitour, che porta gli amministratori a scoprire i nostri 28 ambiti. In questo quadro, dobbiamo anche far tesoro dell’esperienza del turismo di prossimità che abbiamo avuto durante la pandemia; è necessario migliorare i servizi infrastrutturali e digitali, per qualificare non solo il turismo, ma anche la vita dei residenti”.