GROSSETO – Il giallo del cadavere ancora non è stato risolto, ma ci sono novità importanti sull’osso ritrovato giorni fa nell’area di via Giordania nella zona industriale nord di Grosseto Il frammento osseo nel terreno del campo dove abita anche Michele Rossi, conosciuto da tutti come Ape, appartiene ad un uomo. Si tratterebbe di una costola di un maschio. Resta da capire, visto che una piccola parte è stata ritrovata, dove sia tutto il resto del corpo.
Le analisi condotte sul frammento ritrovato saranno ulteriormente approfondite per individuare altre informazioni. In particolare il Dna isolato sarà confrontato con il database nazionale delle persone scomparse per ottenere una corrispondenza precisa.
La prossima settimana potrebbe rivelarsi cruciale, perché i periti incaricati dalla Procura della Repubblica di Grosseto che sta coordinando le indagini, presenteranno la loro relazione. Attraverso le analisi, oltre al sesso già confermato, verrà determinata anche l’etnia dell’uomo. Questo dato sarà fondamentale per orientare le indagini nella giusta direzione.
Prosegue dunque il mistero che in città ha suscitato tanta attenzione nelle ultime settimane e che ha impegnato a fondo sia gli uomini della Procura che quelli delle forze dell’ordine. Nei giorni passati infatti oltre agli uomini della scientifica si è utilizzato ogni mezzo per risalire al cadavere che sarebbe sepolto nell’area di via Giordania: dai cani molecolari, che poi hanno consentito di rinvenire il frammento di osso, all’elicottero, dal georadar alle immagini satellitari.
Per il momento resta indagato per distruzione di cadavere Michele Rossi, anche se il suo avvocato ha chiesto il proscioglimento.