GROSSETO – “Questo momento vuol essere un segno forte di vicinanza a Giuseppina e a chi le ha voluto bene, nel silenzio rispettoso e nella preghiera; nel custodire il dolore dentro il cuore, ma anche nell’aprirsi alla speranza che nasce dal Crocifisso che è risorto”.
Così don Paolo Gentili, vicario generale della diocesi di Grosseto, ha aperto, nella serata di mercoledì 14 giugno, nella chiesa parrocchiale di Istia d’Ombrone, la fiaccolata di preghiera in memoria di Giuseppina De Francesco, la 76enne trovata uccisa nella sua villa immediatamente fuori il centro storico della frazione di Grosseto. Don Gentili ha portato alla comunità di Istia anche l’abbraccio e la vicinanza del vescovo Giovanni, che si trovava a Pitigliano.
Questo gesto di memoria e pietà è stato promosso dalla Parrocchia e dalla Pro loco. Vi hanno partecipato una sessantina di persone, compresa una rappresentanza di volontari della Croce Rossa, nella quale Giuseppina è stata molto impegnata ed è stata tra le promotrici, molti anni fa, anche del percorso di ippoterapia.
La piccola processione è partita dalla chiesa, aperta dal crocifisso, recitando il rosario mentre i presenti tenevano in mano i flambeaux, e ha raggiunto la casa dove si è consumato il delitto. Lì, disposti a semicerchio, i presenti hanno cantato le litanie dei santi intonate da don Gian Paolo Marchetti. “L’invocazione dei santi – ha sottolineato il vicario generale della Diocesi – è per ricordare a noi stessi, nella fede, che la schiera dei credenti sta già accogliendo Giuseppina nell’abbraccio di Dio. A volte, però, quando ci sono ferite profonde come questa, non è possibile neppure abbracciare perchè le ferite fanno male ed è solo l’avvertire che nel nostro cuore può nascere comunque una luce nuova, che ci permette di entrare nel sepolcro vuoto e godere della potenza della resurrezione. Il nostro – ha proseguito – vuole essere un segno semplice: stare accanto, con la speranza che nasce dalla luce di essere figli di Dio, e provare a far sentire una consolazione per chi ha incontrato nella sua vita il volto di Giuseppina. Siamo come a sostenere questo passaggio, a far tacere tante parole per lasciarci incantare dalla Parola che è Gesù risorto: è Lui l’unico che ci dà una speranza che va oltre la morte e oltre le sofferenze atroci nelle parti più intime di ciascuno. Questo è il segno che vuole dare la comunità cristiana, ma credo anche tutto il paese di Istia e la Maremma intera”.
Nei pressi della cancellata di accesso alla villa, ora sotto sequestro giudiziario, è stato deposto un “cuscino” di fiori con la scritta: la comunità di Istia.
Il parroco, al termine della serata, ha invitato i presenti a portare a casa i flambeaux, accesi per richiamare la luce del battesimo, che introduce i cristiani già nella vita di Dio.
All’iniziativa era presente anche il consigliere comunale Andrea Guidoni, che al termine ha preso la parola per esprimere il cordoglio di tutta la comunità civile per quanto accaduto a Istia.