MONTEROTONDO MARITTIMO – I sindaci dell’area geotermica della Toscana chiedono di rilanciare il Covis.
«Per il profilo istituzionale e per il rispetto delle istituzioni rappresentate, è costume dei Sindaci sottoscrittori tentare di parlare con atti, fatti e con soluzioni concrete alle quali ogni giorno lavoriamo, con pochissimi strumenti e mezzi ridotti, dinanzi ai molti problemi amministrativi ed economico-sociali di questo momento storico. Sulla vicenda Cosvig, però, è giunto il momento di fare una “operazione verità” di fronte alle tante inesattezze, superficialismi e speculazioni anche di chi, pur avendo preso parte attiva alla vita pubblica di quest’area negli ultimi trent’anni, vorrebbe far credere che i problemi siano venuti alla luce stamattina, magari “scoperti sotto ad un cavolo”. Un’operazione di verità e trasparenza basata sull’oggettività di atti amministrativi e dati contabili riscontrabili e consultabili in ogni momento, poiché pubblici».
«La trasformazione di Cosvig in società “in house providing” (ossia in società che presta quasi esclusivamente servizi istituzionali per i soci secondo norme speciali valide al livello europeo) avvenuta nel 2018, descritta mediaticamente in maniera distorta se non palesemente falsa, ed additata come l’origine di tutti i mali attuali, in realtà giunse a valle di uno straordinario lavoro fatto dalla maggior parte dei Comuni soci, con il duplice obiettivo di tutelare la struttura ed i dipendenti della società attraverso la possibilità di affidamenti di servizi che “sfuggissero” alle regole ordinarie degli appalti pur dovendo essere in linea con i costi sul mercato (di fondamentale importanza per una Società come Cosvig cronicamente non strutturata per competere sul mercato, come era Cosvig anteriormente alla trasformazione del 2018 e come si presenta anche attualmente) ma anche di intensificare i poteri di verifica sulla gestione e sul management aziendale attraverso l’esercizio di un controllo analogo di tutti i soci sulla Società quasi come fosse una loro articolazione, altro aspetto esiziale in una società che spesso ha operato con una “amplissima autonomia”. Più semplicemente e per essere ancora più chiari si può dire che senza questa trasformazione i Comuni sarebbero stati obbligati a liquidare la società entro un margine strettissimo di tempo ossia in pochi mesi».
«A supporto di questa considerazione si possono ricordare le sei sedi (per 20 dipendenti circa senza l’impianto industriale di Sesta) che i Comuni soci hanno ridotto in pochi anni a due soltanto; i costi del personale con una dirigenza quotabile in oltre 400.000 Euro annui e con tre figure di Dirigenti (oggi ridotti a due) il costo del personale mediamente superiore del 30-40% a quello pari funzione degli Enti Locali soci ed in alcuni casi perfino più alto del doppio; le modalità di reclutamento del personale stesso, spesso non ancorate a logiche operative e di servizio, di cui paghiamo oggi tragicamente le conseguenze e l’aumento dei dipendenti fino a raggiungere un numero non proporzionato all’aumento delle attività e dei ricavi; gli investimenti di risorse finanziarie, appartenenti ai Comuni soci, attraverso logiche speculative che hanno messo a rischio oltre 10 milioni di Euro dei Comuni soci ed obbligato gli Enti Locali ed il nuovo Consiglio di amministrazione ad operare azioni incessanti e costose in sedi giudiziali e stragiudiziali per recuperare quell’importo».
«Quelli sopra citati sono esempi, verificabili in ogni momento grazie alle carte, di una tendenza societaria alla quale i Comuni soci, unitamente al nuovo consiglio di amministrazione, dopo la trasformazione della Società in in-house, hanno cercato di lavorare per ridurre drasticamente i costi ed ottimizzarne l’agire soprattutto per la sostenibilità dell’organismo societario nel lungo periodo».
«I Comuni soci, in proporzione alle quote di produzione geotermica, hanno rinunciato, dalla firma dell’accordo volontario del 2007 al 2020, a poco meno di 10 Milioni di Euro a favore di Cosvig, risorse funzionali quasi per intero al semplice mantenimento della struttura societaria. Una mole di risorse, della quale, obiettivamente non se ne percepisce, ad oggi, un ritorno in termini di servizi resi a favore degli Enti Locali soci né in termini di progettualità a favore di una crescita socio-economica. Non ci pare il caso, in questa sede, di aprire il libro dei ricordi ma le testimonianze di progettualità dagli elevati costi di gestazione e dagli scarsi, se non nulli, impatti territoriali sono molteplici e ben note a tutti quelli che qui vivono da qualche anno».
«L’acquisizione della struttura industriale di Sesta, fortemente voluta dalla Regione ma sostenuta economicamente in maniera rilevante anche dagli Enti Locali che hanno di conseguenza rinunciato a risorse che avrebbero potuto essere loro direttamente assegnate dalla Regione, e l’entrata nella compagine sociale della Regione Toscana, plaudita perlopiù dall’opinione pubblica territoriale, sono stati fatti rilevanti di cui probabilmente non ne è stata compresa appieno la portata e i potenziali effetti».
«La circostanza che all’interno di una Società pubblica (peraltro in house) vi fosse un’attività di mercato (ossia puramente commerciale come Sesta) ha dato il via alla sequenza di eventi i cui effetti si stanno manifestando pienamente in queste settimane e mesi: in Cosvig è venuto immediatamente meno il rapporto 80% – 20% previsto per Legge Madia sulla Società Partecipate (oltre l’80% del fatturato delle attività della società partecipata deve essere svolto esclusivamente nei confronti dei propri Soci pubblici, cioè degli Enti Pubblici controllanti la società stessa) che è un obbligo strutturale non superabile nelle società in house proprio per le loro caratteristiche di legge. La parte rilevante dei ricavi in questa situazione derivava chiaramente dai proventi della struttura di Sesta cui fa fronte l’estrema esiguità di quelli invece prodotti dell’asset “istituzionale”. Ciò ha posto come obbligatoria e non rinviabile la necessità di ristabilire il rapporto percentuale richiesto dalla legge, oppure mettere in atto le azioni previste dalla normativa vigente (D.Lgs. 175/2016 e D.Lgs. 50/2016), come la dismissione dell’attività industriale di Sesta. Senza queste azioni la Legge impone di procedere a processi di razionalizzazione e quindi di dismissione delle partecipazioni degli Enti Locali in Cosvig o la sua liquidazione integrale».
«In assenza del requisito di in house e con la presenza di Sesta, per dirla in parole povere, le Amministrazioni Pubbliche non avrebbero avuto alcun titolo né finalità istituzionale per rimanere all’interno di Cosvig».
«A fronte di ciò la Regione Toscana ha sospeso i trasferimenti delle risorse finanziarie che fino al 2020 avevano caratterizzato la principale fonte di sostentamento di Cosvig, ossia la cosiddetta “gestione del Fondo Geotermico” e del correlato parco progetti presentati dai Comuni geotermici. Il Consiglio Regionale nel 2021 ha legiferato allo scopo ed è con apposita Legge Regionale, in virtù delle condizioni createsi, che si sono sospesi i trasferimenti delle risorse a Cosvig e la stessa Regione si è conseguentemente trattenuta la gestione del Fondo Geotermico, affidando le attività specifiche ad una sua partecipata che, peraltro, svolge il servizio a meno della metà del costo che veniva riconosciuto a Cosvig nel passato ponendo, dunque, seri ed insuperabili questioni di congruità economica in relazione ad un eventuale futuro ritorno, alle condizioni pregresse, di quelle stesse attività all’interno di Cosvig».
«Immediatamente si è avviata quindi un’operazione societaria per la divisione dei due rami aziendali presenti all’interno di Cosvig (quello “istituzionale” e quello industriale di Sesta) al fine di ripristinare i parametri di Legge e riportare il Cosvig nelle condizioni di fatto e di diritto per poter essere destinatario delle attività e delle risorse legate alla gestione del Fondo Geotermico».
«Il progetto di scorporo mediante la costituzione di una nuova Società pubblica partecipata direttamente da Cosvig ed indirettamente quindi dai suoi Soci pubblici, predisposto dal Consiglio di Amministrazione, ed approvato dall’Assemblea della Società nel luglio del 2022, è stato bocciato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Autorità Antitrust) in quanto alterante il mercato ed il regime di concorrenza, ed ha ricevuto parere parzialmente negativo dalla Corte dei Conti della Toscana, obbligando la compagine sociale pubblica ad individuare altre strade per trovare una soluzione al problema. Condizione che ha determinato un aggravarsi della situazione finanziaria della Società».
«Il fallimento dell’operazione di scorporo di Sesta ha comportato l’inattività della Società sino al ripristino delle condizioni richieste dalla Legge per operare per conto degli Enti Locali soci».
«Il resto della vicenda è la storia delle ultime settimane con un progetto in corso, attraverso il ricorso all’istituto giuridico del trust che, ci si augura, possa consentire di separare funzionalmente i due rami aziendali (istituzionale e commerciale) e che dovrebbe potersi concretizzare nei mesi a venire richiedendo una serie di complessi passaggi anche presso autorità terze».
«In questa condizione ogni iniezione di liquidità nella Società da parte dei Soci, esclusivamente funzionale al mero sostegno, sarebbe inammissibile in quanto vietata in mancanza di un adeguato piano di ristrutturazione e risanamento della Società. Le norme in materia infatti obbligano le Società partecipate, siano esse in house o meno, a rendersi patrimonialmente e finanziariamente autonome ed a mantenersi in una condizione di “autosostenibilità”».
«Le vicende degli ultimi anni hanno fatto emergere la stringente necessità di ridurre i costi aziendali, eliminare le inefficienze gestionali, ottimizzare la gestione e soprattutto congegnare un piano adeguato per permettere a Cosvig, in seguito alla separazione di Sesta, di avere una prospettiva di lungo periodo. Cosvig dovrà avere una nuova missione aziendale chiaramente definita dai Soci e raggiungere un equilibrio economico-finanziario tra servizi resi ai Soci e costi di mantenimento della struttura».
«Fino ad oggi il saldo tra costi e ricavi è stato negativo con i Soci che hanno pesantemente sostenuto la struttura ben oltre alle attività che questa è stata nelle condizioni di erogare».
«In assenza di un piano, serio e strutturato, che assicuri la sostenibilità economico-finanziaria della Società e offra garanzie di lunga durata nel tempo, anche in relazione alla prossima scadenza dell’Accordo volontario sulla geotermia, gli scenari appaiono ineluttabilmente apocalittici».
«L’unica via è quindi aprire un nuovo capitolo nella storia di Cosvig per adeguarlo al momento storico e anche alle nuove necessità. Questi Sindaci lo chiedono con forza da tempo ed in tutte le sedi ed occasioni, pronti, nel caso, a sostenere con ogni mezzo, anche finanziario, la fase di transizione ed il successivo rilancio della Società e chiaramente chi in Cosvig lavora».
«La cassa integrazione attivata non costituisce, come riportato da alcuni in questi giorni, il viatico per licenziamenti di massa, ma uno strumento, peraltro utilizzato, ahinoi, frequentemente ed in moltissimi contesti, per tutelare la Società ed i suoi dipendenti in questa delicata fase e per affrontare i prossimi mesi che, forzatamente, saranno di difficoltà ma anche di ricostruzione».
«Mesi che dovranno servire per ripensare radicalmente la Società, il suo ruolo nel territorio ed i suoi costi di gestione che attualmente non consentono e non consentirebbero la sua tenuta nel presente e nel futuro. L’impegno economico-finanziario di questi anni dimostra, con i fatti, il sostegno dei Soci alla società e ai dipendenti di Cosvig. Un impegno che chiaramente non mancherà in futuro, unitamente alla vicinanza per il momento che la Società sta attraversando, e che ci vedrà in prima linea per tutelare i dipendenti di Cosvig da un sistema che, senza strutturali riforme, si ripiegherà su se stesso travolgendo gli stessi dipendenti».
«Siamo certi che nessuno, Regione Toscana in primis, si sottrarrà all’impegno di garantire il lavoro e l’avvenire dei dipendenti di Cosvig. La sfida quindi non è quella di mantenere lo status quo, ma al contrario rigenerare la Società su basi nuove e davvero solide per rilanciare il Cosvig nel suo ruolo di supporto ai Comuni e tutelare i dipendenti che sono parte integrante della struttura. Il nostro impegno è stato e sarà quotidiano per costruire, insieme alla Regione, la vera soluzione ai problemi presenti, affinché si guardi realisticamente ad un futuro in cui la Società possa servire da supporto, impulso e sviluppo di progetti di crescita economica e sociale».