GROSSETO – «A Grosseto le strade sono un colabrodo. Buche dappertutto che producono danni ai veicoli quando va bene, perché si arriva addirittura a rischiare la propria incolumità, soprattutto utilizzando biciclette, motorini, per non parlare degli ultimi arrivati, i monopattini, oppure addirittura quando si va a piedi, specialmente per gli anziani, i diversamente abili, o chi ha problemi di mobilità».
A dirlo è Giacomo Gori, consigliere capogruppo Movimento 5 stelle, in una nota.
«Le responsabilità – afferma – sono tutte sulle spalle di chi governa, ma non perché l’amministrazione investa poco nel rifacimento delle strade, ma per la mancanza di pianificazione, programmazione e una regolamentazione che fa acqua da tutte le parti, ormai da decenni. Solitamente, il ragionamento della maggior parte dei cittadini messi davanti ad una strada malandata, si sofferma sul perché l’amministrazione non provveda al rifacimento del manto stradale, tendendo ad imputare alla stessa la mancanza di adeguati investimenti, ossia i soldi dei cittadini. È così che spesso partono denunce, post su Facebook, foto condivise sui social per sottolineare quello che oggettivamente è ad oggi la situazione delle nostre strade: un mezzo disastro».
«C’è anche chi, facendo politica in varie forme, utilizza tutto ciò per tentare di raccogliere un quantum di notorietà, o sfruttare l’argomento per tirar su polemiche spesso solo strumentali. Abbiamo deciso di intervenire perché in realtà le cose stanno diversamente ed è giusto che la cittadinanza sappia la verità su un tema così “caldo”. Innanzi tutto dobbiamo differenziare i dissesti generati da una normale usura del manto stradale, da quelli provocati a seguito di manomissioni del suolo pubblico. I primi sono di gran lunga in numero inferiore rispetto ai secondi e sono provocati dal tempo, nonché dalla frequenza di utilizzo e rientrano nella normale manutenzione periodica, mentre i secondi sono sempre il frutto dell’incuria dell’uomo, sotto varie forme, che vedremo».
«Tra i vari obblighi di un’amministrazione c’è quello di evitare qualsiasi tipo di danno pubblico erariale rispettando le norme del diritto amministrativo. Per garantire ciò, viene spesso utilizzato lo strumento del “regolamento”, ossia un testo che norma una specifica attività. Nel nostro caso sono stati approvati in passato alcuni regolamenti per la manomissione di suolo pubblico. Ricordiamo quello approvato ad ottobre del 2003 dall’ex sindaco di centrodestra Alessandro Antichi e successivamente quello approvato a maggio del 2017 dall’attuale sindaco di centrodestra Vivarelli Colonna. Questa amministrazione, sta addirittura portando in consiglio comunale un ulteriore regolamento sul tema, dopo averne approvato un altro soltanto pochi anni fa. Arriverà in consiglio comunale il 15 c.m. Pertanto, se le nostre strade sono dissestate, due sono le cause: i regolamenti scritti male; i regolamenti non si fanno rispettare. Ed entrambe gravano sulle spalle dell’amministrazione».
«La terza causa, quella più in voga tra la gente, ossia la mancanza di investimenti per il ripristino delle strade malmesse, in realtà non è una causa, ma una conseguenza che non dovrebbe esistere, salvo nei rari casi in cui il tempo e la frequenza di utilizzo hanno degradato il bene pubblico. Parlavamo dell’incuria dell’uomo come principale causa del dissesto stradale. Ed è così. C’è stata incuria dell’uomo nello scrivere una serie di regolamenti che non sono stati in grado di prevenire l’insorgenza del danno; non hanno correttamente identificato responsabilità e soggetti responsabili; non hanno imposto con sufficiente forza le migliori procedure operative, nonché i migliori materiali per il ripristino del manto stradale a seguito della sua manomissione; non hanno imposto tempistiche proporzionate all’esigenza di disporre nuovamente di un bene sicuro, nel più breve tempo possibile. C’è stata incuria dell’uomo nel non imporre il rispetto dei regolamenti comunali. Sono venuti meno i controlli durante e dopo la realizzazione delle opere di manomissione. Laddove erano previste caparre a garanzia del lavoro a regola d’arte, queste sono state calcolate in modo errato e/o sono state restituite senza preventivamente controllare la regolarità dei ripristini. Qualora non restituite, le caparre non sono state utilizzate per sanare le non conformità ascrivibili al titolare di autorizzazione alla manomissione, o ancora peggio sono rimaste congelate nei capitoli del bilancio o, non ci vogliamo neppure pensare, potrebbero essere state utilizzate per altre finalità».
«Dal 2003 ad oggi sono passati vent’anni e di una cosa siamo certi: se avessimo scritto meglio i regolamenti e soprattutto li avessimo applicati alla lettera, oggi avremmo delle ottime strade con consistenti economie di denaro pubblico. Questo perché chiunque abbia manomesso negli anni il manto stradale avrebbe dovuto, a sue spese, ripristinarlo alla perfezione, restituendo alla collettività un bene addirittura di maggior valore rispetto a prima. Sono i regolamenti comunali a dirlo. La storia, però, è andata diversamente ed è per questo che il Movimento 5 stelle sta interrogando l’amministrazione sul perché si è giunti a questo livello di degrado di quasi tutte le strade comunali. Ma avendo già letto la bozza ormai non più tale del nuovo regolamento, che evidentemente certifica il fallimento di quello approvato nel 2017, non possiamo non esimerci dal presentare una proposta di deliberazione che ne modifichi il testo, il quale andrà in approvazione il 15 giugno senza essere minimamente condiviso all’interno delle commissioni consiliari competenti, le quali avrebbero potuto migliorarlo. Peccato».
«Ma lo faremo prossimamente, riprendendo uno dei nostri punti programmatici presentati già durante la campagna elettorale del 2016 e che avrebbe reso alla cittadinanza una rete viaria in condizioni ottime: georeferenziazione degli interventi di manomissione del suolo pubblico; pianificazione e programmazione non annuale ma decennale, che eviti le continue manomissioni, addirittura spesso su asfalto appena rifatto; un innovativo sistema ispettivo certificato che garantisca il rispetto dell’applicazione delle norme tecniche e delle procedure operative ed amministrative imposte dal regolamento. Sono troppi vent’anni di sottovalutazione di un problema, non solo molto sentito dalla popolazione, ma effettivamente penalizzante per la sicurezza stradale e l’incolumità di tutti noi».
«La responsabilità delle varie amministrazioni che si sono succedute in questo periodo è comunque, anche se indirettamente, pressoché totale. Chiediamo a questo punto che si apra alla proposta di modifiche al seppur nuovo regolamento che sta per vedere la luce, senza pretendere di escludere dal confronto chi può dare un contributo fattivo».