GROSSETO – Il passato, il presente e il futuro dell’economia del territorio. La delegazione di Grosseto di Confindustria Toscana Sud ha inaugurato la sede di viale Monterosa – completamente rinnovata dopo un imponente lavoro di restyling – con una giornata a tema: “Ieri, oggi… e 3 idee per il domani”, sviluppata in tre panel di approfondimento.
«In ognuna delle tre province che compongono il nostro ambito territoriale – ha dichiarato il presidente di Confindustria Toscana Sud, Fabrizio Bernini – abbiamo deciso di investire anche nelle strutture che ospitano le nostre sedi, affinché il capitale umano che abbiamo all’interno dell’associazione possa lavorare all’interno di un ambiente più sereno. Anche questo è un contributo importante all’attività delle imprese».
«Questa giornata – ha aggiunto il presidente della delegazione di Grosseto di Confindustria Toscana Sud, Francesco Pacini – significa tanto per tutti noi. È innegabile che in questo momento ci sia una crisi globale dell’economia, ma sono fiducioso che i nostri imprenditori riusciranno a migliorare le situazione. Perché a Grosseto abbiamo tante eccellenze assolute e l’economia della nostra provincia non è più legata ad uno sviluppo locale, bensì internazionale e almeno di livello europeo».
«La nostra terra ha una grande energia – ha dichiarato Antonio Capone, direttore generale di Confindustria Toscana Sud – e negli anni ce l’abbiamo messa tutta affinché non andasse dispersa. In Maremma abbiamo dovuto combattere per affermare certi principi e fare impresa in maniera sostenibile. Vogliamo che i nostri giovani non se ne vadano da Grosseto, perché da questa terra si può partire e guardare il futuro».
«Le nostre tre idee per il futuro di questo territorio sono chiare – ha dichiarato Giovanni Mascagni, responsabile della delegazione di Grosseto di Confindustria Toscana Sud –: continuare a credere che il polo chimico del Casone possa continuare a essere protagonista per dare valore e ricchezza, puntare sul comparto manifatturiero tecnologico, applicare la tecnologia anche all’agroalimentare. Vogliamo che la nostra sede sia sempre più la casa degli imprenditori: una casa calda, efficiente e forte, per aiutare giorno dopo giorno in ogni situazione chi fa impresa, valorizzandone la figura, il lavoro e le sfide. Sempre all’insegna della sostenibilità, della digitalizzazione e della formazione, insegnando ai giovani a orientarsi nel modo migliore».
Dopo il saluto delle autorità (il prefetto Paola Berardino, il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, l’assessore regionale Leonardo Marras, il presidente della Camera di commercio della Maremma e del Tirreno Riccardo Breda, il presidente dell’Amministrazione provinciale Francesco Limatola, i parlamentari Simona Petrucci e Marco Simiani), il “tavolo” condotto da Virginia Masoni ha prima rivolto lo sguardo al passato, con le testimonianze di Silvano Polvani e Giancarlo Capecchi per ripercorrere la storia delle grandi imprese maremmane, dall’avvio dello stabilimento del Casone nel 1962 alle esperienze dei più grandi imprenditori locali.
Il momento del “presente” è stato dedicato al restyling della sede della delegazione di Grosseto, in via Monterosa, curata dall’interior designer grossetano Alessandro Corina. «È stata una sfida difficile e affascinante, cercando di capire come valorizzare il passato per migliorare il presente, partendo dalla geniale suddivisione degli spazi creata dai progettisti originari negli anni ’70 – ha dichiarato Alessandro Corina – e posso dire che abbiamo ottenuto il risultato che volevamo. La mission del progetto era “aumentare il bene comune dei dipendenti che lavorano qui” e questo ha determinato tutto il nostro lavoro, prestando particolare attenzione ai dettagli. Ad esempio creando una zona pranzo, chiedendo ad ognuno di portare un oggetto personale sul proprio luogo di lavoro, scegliendo carte da parati che potessero far vivere un’esperienza sensoriale, abbinando al “blu Confindustria” anche l’arancione, il colore della gioia e della realizzazione. È “la perfezione dell’imperfetto” per costruire la bellezza del futuro». A impreziosire la sala conferenze anche cinque opere dello scultore grossetano Tolomeo Faccendi, introdotte al pubblico dal direttore del Polo culturale Le Clarisse, Mauro Papa: «Le opere d’arte negli edifici – ha dichiarato – non sono solo arredi ma elementi fondamentali per comprendere l’identità dei luoghi e delle persone che li frequentano».
E poi, il futuro. Affidato alla testimonianza di tre imprenditori: Ilaria Tosti, Roberto Bardini, Luigi Mansi.
«Crediamo nella centralità delle persone e nella digitalizzazione ha dichiarato Ilaria Tosti, general manager di Tosti Srl – come mezzo per ridurre i costi e ottenere una sempre maggiore qualità. Le imprese devono avere anche un valore sociale, ciò che possono fare non è necessariamente finalizzato al profitto. Per questo noi lavoriamo molto sulle persone, sulle competenze trasversali, sull’ascolto. Infatti attualmente siamo proprio in una fase d’ascolto, di studio. La difficoltà di trovare personale adeguatamente formato è comune a molte aziende e tutti noi abbiamo necessità di imparare».
«La nostra azienda sta continuando a crescere – ha dichiarato Roberto Bardini, ceo di Rrd – e questo ci porta a cambiamenti importanti. Diventeremo una Spa e a settembre partirà la costruzione della nuova sede nell’area dell’ex Mabro, 12mila metri quadrati in totale fra la ristrutturazione di 4mila metri esistenti e altri 8mila nuovi. Cercheremo di mantenere inalterata la memoria storica del sito, lasciando i due capannoni. Finora la zona industriale è stata vista come un ghetto da tenere lontano dalla città, invece crediamo che il polmone industriale possa ripartire e diventare un luogo frequentato da tutti i cittadini: per questo lo chiameremo Zona PuntoZero. Il mercato ci sta dicendo che possiamo migliorare ancora. L’autostrada c’è, dipende da noi».
«La nostra realtà è la principale impresa della provincia – ha dichiarato Luigi Mansi, presidente di Nuova Solmine – con 180 milioni di euro di bilancio consolidato, un dato che ne fa la quarantesima azienda di Federchimica su 2.500. La chimica è una infrastruttura tecnologica del nostro Paese, fondamentale del Made in Italy. Lo scenario attuale del polo del Casone è molto critico, ma noi continueremo a lavorare e confido che anche Venator possa ritrovare la sua strada. C’è una prospettiva importante: Iren ha un programma di investimenti di 250 milioni, nel solco della circolarità. Siamo un’industria moderna, abbiamo professionalità adatte per programmare il futuro: il territorio deve dirci dove vuole andare».