GROSSETO – «Niente risorse per rinnovare gli asili nido comunali e tantomeno per la cura delle aree verdi esterne» Carlo De Martis, capogruppo di ‘Grosseto Città Aperta’ nel Consiglio comunale di Grosseto interviene sulla questione asilo nido. «Questa la decisione assunta dal consiglio comunale che ha respinto le proposte di Grosseto Città Aperta per valorizzare gli ambienti destinati alla crescita ed al benessere dei bambini e delle bambine».
«Dei sette nidi d’infanzia comunali la gran parte risale infatti ad una quarantina di anni fa, quando i servizi educativi del nostro comune costituivano un’eccellenza, e tuttavia ancora oggi sono parzialmente qualificati da arredi e attrezzature dell’epoca che, inevitabilmente, scontano non solo l’usura del tempo, ma anche un inevitabile ritardo rispetto ai modelli pedagogici che negli anni si sono evoluti».
«Ebbene, l’assessora alle politiche educative, Amante, ha restituito un quadro per nulla confortante, dando atto che negli ultimi cinque anni, al netto dell’emergenza covid, l’amministrazione ha investito in arredi appena 18.000 euro, nell’ormai lontano 2019, e se tutto va bene nel 2023 arriveranno circa 13.000 euro. Somme da ripartirsi su sette strutture, in ciascuna delle quali gravitano circa 60 bambini e bambine. Per avere un ordine di grandezza, più o meno trenta euro pro-capite» prosegue De Martis.
«Risorse magre e che, oltretutto, l’assessora ha riferito di aver dovuto recuperare in autonomia, precisamente dai proventi del tempo prolungato estivo, stante la perdurante assenza di stanziamenti ad hoc da parte della giunta attraverso il più complessivo bilancio dell’ente».
«Nulla pure quanto agli interventi sulle aree a verde dei nidi per accogliere al meglio e in sicurezza le attività educative all’aperto, che in questi anni hanno assunto sempre più importanza: sia in seguito alla pandemia, sia per il diffondersi delle buone pratiche ispirate alla cosiddetta outdoor education. Ad oggi la manutenzione di tali spazi è affidata alla società Sistema sulla base di un capitolato che, tuttavia, si limita a contemplare nient’altro che uno sfalcio periodico in quanto le strutture educative sono state escluse dalle aree cosiddette ‘di pregio’. La proposta di Grosseto Città Aperta prevedeva dunque una rimodulazione degli spazi esterni ed un aggiornamento del capitolato per la relativa cura, ma anche sotto questo profilo la maggioranza ha ritenuto di esprimere un voto contrario».
«E dire che l’importanza degli ‘spazi’ è riconosciuta dalla Carta dei servizi educativi del comune di Grosseto, in cui si dà atto che “Lo spazio rappresenta le scelte educative e i principi educativi del servizio, che parla attraverso gli arredi, l’organizzazione, i materiali”, e la migliore pedagogia qualifica lo spazio addirittura come ‘terzo educatore’».
«D’altronde lo stesso assessore ai lavori pubblici, Ginanneschi, ha onestamente riconosciuto che «le nostre strutture hanno qualche problema» e non ha neppure escluso una sperimentazione sulle aree a verde nei termini proposti da Grosseto Città Aperta. Un’apertura che era stata raccolta dalla consigliera Minacci la quale, nel dichiarare il voto del suo gruppo Nuovo Millennio, cui fa capo Ginanneschi, aveva annunciato il voto favorevole alla mozione, salvo essere poi smentita dal resto della maggioranza dopo un irrituale intervento del vicesindaco Ceccherini, sceso dagli scranni della giunta per redarguire la consigliera, rea di aver manifestato apprezzamento per una proposta dell’opposizione».
Beninteso, l’offerta educativa del nostro comune resta certamente di buon livello, grazie ad alcuni interventi strutturali eseguiti sugli edifici e, in particolare, grazie al lavoro del personale educativo e degli uffici comunali, ma l’obiettivo deve essere quello di una ben maggiore valorizzazione del servizio affinché torni ad essere una eccellenza, perché i bambini e le bambine, ed il loro benessere, costituiscono il capitale più prezioso di una comunità.
La bocciatura della mozione di Grosseto Città Aperta e l’assenza di un significativo supporto finanziario all’assessorato alle politiche educative certificano in definitiva una sostanziale marginalità cui sono stati relegati i servizi per la prima infanzia rispetto ad altri settori. Perché, alla fine, si tratta né più né meno che di scelte politiche, così come ad esempio una scelta politica, ma di segno diametralmente opposto, è stata quella compiuta di recente dalla regione Toscana con l’approvazione del progetto ‘Nidi gratis’, unico a livello nazionale, attraverso il quale sarà garantito l’accesso gratuito ai nidi impiegando ben 40 milioni di euro. A riprova che il settore della prima infanzia può e deve essere una priorità per le amministrazioni pubbliche.