GROSSETO – Il consiglio comunale di Grosseto ha respinto la proposta di Grosseto Città Aperta che chiedeva di introdurre, a livello regolamentare, l’obbligo per la giunta di consultare gli operatori del settore turistico prima di deliberare destinazione e quindi utilizzo delle risorse derivanti dall’imposta di soggiorno.
«Stiamo parlando di un vero e proprio tesoretto – spiega il capogruppo Carlo De Martis -, stimato per il 2023 in quasi un milione di euro, che impone di utilizzarlo nel modo più efficace, cosa possibile solo coinvolgendo gli attori del comparto: associazioni di categoria, imprenditori, pro-loco, istituzioni culturali e Parco della Maremma. D’altronde che l’amministrazione comunale, da sola, non abbia per così dire il polso della situazione è un dato di fatto. Si pensi a come sono stati investiti oltre ottantamila euro l’estate scorsa, letteralmente bruciati in un evento realizzato a ferragosto nella periferia di Grosseto, indice di una sostanziale non comprensione dei flussi turistici e delle relative dinamiche».
«E si pensi ancora a quanto accaduto con l’aumento dell’imposta di soggiorno, deciso dalla giunta a stagione turistica ormai avviata e, ancora una volta, senza consultare gli operatori del settore. E dire che quella decisione non è stata assunta all’improvviso venendo preceduta, come rammentato dall’assessora al bilancio, da “una miriade di discussioni in giunta”. Il resto è storia nota: dopo essere stata investita da un’altra miriade, ma di lamentele e polemiche, la giunta ha provato a rattoppare il buco, offrendo agli operatori del settore di discutere dell’impiego di una piccola parte delle risorse in un incontro che, tuttavia, si è rivelato poco più che un pannicello caldo. E dire che dovrebbe essere naturale e indice di buona amministrazione concertare con gli operatori del comparto turistico la destinazione e l’utilizzo delle ingenti somme che ogni anno, proprio grazie al lavoro di quegli operatori, finiscono nelle casse pubbliche».
«D’altronde in Toscana già da anni si contano comuni virtuosi che nei rispettivi regolamenti prevedono a vario titolo forme di coinvolgimento delle categorie rispetto all’impiego dell’imposta di soggiorno: da Gavorrano a Pitigliano, da Lucca ad Arezzo, solo per fare un esempio. Ciò nella consapevolezza che la concertazione è la strada maestra per giungere ad una seria ed efficace pianificazione degli investimenti, tanto più indispensabile in un settore così strategico ed in continua evoluzione quale è quello turistico. Questo significa concertazione sia nella scelta della allocazione delle risorse nel bilancio previsionale, perché i possibili capitoli di destinazione sono molteplici – dalla eventi alla manutenzione delle strade, dal rafforzamento della promozione alla riqualificazione di beni culturali ed ambientali – sia nel successivo utilizzo in concreto ovvero, per intendersi, quali eventi realizzare e quando realizzarli, su quali strade concentrare la manutenzione, eccetera. Tra l’altro la proposta di Grosseto Città Aperta avrebbe consentito di muoversi in modo più agile rispetto alle strette maglie della consulta dell’osservatorio turistico di destinazione, in particolare permettendo di coinvolgere i soli rappresentanti del nostro comune anziché tutti gli esponenti dell’intero ambito Maremma Toscana Sud».
«Il rifiuto espresso dalla giunta e dalla sua maggioranza di introdurre nel regolamento qualsivoglia obbligo di concertazione – la proposta di Grosseto Città Aperta era stata aperta ai contributi degli assessori competenti, dai quali è tuttavia pervenuto un niet a prescindere – è dunque indicativo di una sostanziale insofferenza al confronto. Perché una cosa sono le dichiarazioni verbali di intenti, altra cosa sono gli impegni amministrativi e, magari, una volta che sarà passata la buriana di queste settimane, che ha costretto l’amministrazione comunale a sedersi intorno ad un tavolo, tutto lascia intendere che le cose torneranno come prima.
Anche perché fin qui non solo la giunta ha rifiutato di assumersi un reale impegno riportandolo nero su bianco nel regolamento comunale, ma le stesse dichiarazioni d’intenti hanno recisamente escluso un coinvolgimento degli operatori del settore nella fase, cruciale, della allocazione in bilancio delle risorse dell’imposta di soggiorno, aprendo al più ad un confronto sull’utilizzo finale. In altre parole, un confronto a risorse ormai stanziate e dunque a giochi fatti».
«Un risultato però lo abbiamo ottenuto, perché in riscontro ad una interrogazione consiliare di Grosseto Città Aperta che contestava all’amministrazione il non rispetto degli obblighi di trasparenza, che impongono di pubblicare sul sito del comune gli impegni di spesa assunti con i proventi dell’imposta di soggiorno, l’assessora al bilancio ha garantito che, d’ora in avanti, quei dati saranno resi pubblici».