GROSSETO – Nell’opinione di Legambiente, la lettera inviata al ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, e alla vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Regione Toscana, Stefania Saccardi, sottoscritta da 25 sindaci toscani è un documento importante e da non sottovalutare.
«Leggendola, si apprende infatti che in merito al tema dell’agrivoltaico c’è ancora pochissima conoscenza e ancor meno consapevolezza. Parlare di rischi per i territori rurali, in particolar modo per quelli di pregio agricolo, ambientale e paesaggistico, derivanti dalla diffusione dell’agrivoltaico sui suoli agricoli, secondo Angelo Gentili, responsabile agricoltura dell’associazione, e Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana e responsabile nazionale paesaggio per il cigno verde, fa ben capire quanto ancora non sia chiara la portata epocale della svolta verso l’agrivoltaico che, per definizione, è in grado di coniugare agricoltura e produzione di energia pulita, senza consumo di suolo e soprattutto senza alcun genere d’impatto sull’attività agricola».
«Quando si parla di agrivoltaico – hanno dichiarato Gentili e Ferruzza – non si fa riferimento a distese di fotovoltaico a terra bensì a pannelli “mobili” a inseguimento solare posizionati nei campi con altezze e secondo geometrie che consentono le lavorazioni agricole con i mezzi meccanici e il pascolo. Appare chiaro, dunque, che ci troviamo di fronte a una forma di convivenza particolarmente interessante per la decarbonizzazione del nostro sistema energetico, ma anche per la sostenibilità del sistema agricolo e la redditività a lungo termine delle aziende del settore che devono essere protagoniste di questa rivoluzione.Con l’agrivoltaico, la resa agricola è garantita e l’energia viene prodotta senza consumo di suolo ed emissioni inquinanti in atmosfera. Secondo le sperimentazioni più avanzate, attraverso l’agrivoltaico si crea inoltre una sinergia positiva tra produzione agricola e produzione energetica grazie all’ombreggiamento che consente di aumentare la resa di alcune colture. Conciliare agricoltura, produzione di energia e sostenibilità ambientale è pertanto possibile, a patto che venga presto colmato il vuoto legislativo esistente, vengano definite linee guida e vengano scongiurati i preconcetti evidenti che potrebbero rallentarne lo sviluppo. Il governo – hanno proseguito i due componenti della segreteria nazionale di Legambiente – approvi al più presto norme adeguate e uniformi che permettano una realizzazione degli impianti corretta e trasparente, anche alla luce delle esperienze passate, in parte negative, riguardo all’installazione del fotovoltaico, e lavori a ogni livello per prevenire narrazioni fuorvianti e lontane dalla realtà. Ci auguriamo altresì che la Regione Toscana divenga un modello all’avanguardia per ospitare progetti innovativi e strategici di agrivoltaico».
Per agevolare il percorso di alfabetizzazione in merito al agrivoltaico, l’associazione ha promosso un incontro organizzato per il prossimo 29 giugno in Località Enaoli a Rispescia, presso il Polo nazionale per l’agroecologia di Legambiente, con esponenti del mondo universitario e della ricerca scientifica che, con l’ausilio di modelli made in Italy di progetti di agrivoltaico già in funzione, spiegheranno l’importanza e le specifiche di questa innovazione. All’iniziativa saranno invitati gli amministratori comunali e regionali toscani. Il messaggio è chiaro: la vera transizione passa dalla conoscenza.