ROMA – A Palazzo Chigi il viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci ha convocato e ascoltato i rappresentanti degli infermieri, degli assistenti sociali, dei medici geriatri. Per la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche è intervenuto il consigliere nazionale Nicola Draoli, presidente dell’Ordine degli infermieri di Grosseto, che ha fatto un plauso al disegno normativo e alcune considerazioni.
«È necessario avere degli infermieri specialistici con un ulteriore livello di studio in ambito territoriale – ha spiegato Nicola Draoli -, che siano riconosciuti in ambito accademico e anche dal punto di vista economico. Uno dei tanti temi legati alla mancata attrattività è, infatti, proprio quello della difficoltà di poter fare carriera anche in ambito clinico e di avere avanzamenti economici diversi. C’è bisogno di aumentare alcune competenze, nello specifico la prescrizione di ausili e presidi, e chiaramente la necessità di investire sulla figura dell’infermiere di famiglia e di comunità: aspetto in cui, sul nostro territorio, siamo già avanti».
«Le parole chiave per il futuro sono: formazione, perché senza una formazione specialistica non si riesce a dare risposte a bisogni così complessi con soltanto tre anni di università; integrazione con tutti gli altri professionisti del sistema perché le politiche territoriali hanno bisogno di equipe solide, riconoscimento di carriera ed economico. Quello di oggi è stato uno dei primi momenti di discussione intorno a questo disegno di legge che risponde a una serie di bisogni territoriali con interventi di altissimo profilo che adesso vanno tramutati in norme attuative. Noi ci auspichiamo, come Federazione e quindi anche come Opi Grosseto, che il percorso possa andare avanti velocemente mettendo mano contemporaneamente a una riforma strutturale delle professioni sanitarie in grado di sostenerlo».