GROSSETO – Il Tribunale ha assolto l’ex presidente di una importante cooperativa dal reato di omesso versamento iva oltre la soglia di 250 mila euro. Il giudice ha assolto l’imputato perché non ha commesso il reato.
L’accusa era ricaduta sull’ex presidente di una importante cooperativa operante nel settore forestale, rimasto in carica fino alla messa in liquidazione della stessa, e sul liquidatore, deceduto prima della fine del processo, nei confronti del quale di conseguenza il reato si era estinto.
La difesa dell’imputato, affidata agli avvocati Federico Balocchi e Sara Montauti di Grosseto, attraverso documenti e prove testimoniali, «ha dimostrato come l’imputato si sia adoperato per tentare di salvare l’azienda ma si sia trovato nell’impossibilità oggettiva di adempiere al pagamento iva, escludendo la sussistenza del dolo del reato. L’ex amministratore, infatti, aveva dovuto da un lato gestire una situazione imprevedibile, di forte difficoltà finanziaria della cooperativa, causata dalla profonda crisi che negli scorsi anni ha coinvolto l’intero settore forestale. Dall’altro si è trovato a fronteggiare i ritardi accumulati nella riscossione delle fatture emesse dalla cooperativa nei confronti delle pubbliche amministrazioni, che non pagavano per il blocco di stabilità. La cooperativa inviava regolarmente fatture con indicazione iva, che non venivano saldate dagli Enti pubblici e quindi, non incassando, non era possibile a sua volta pagare, generando un meccanismo distorto» affermano gli avvocati.
«La difesa ha potuto argomentare che le cause del mancato pagamento erano esterne e non imputabili all’operato né tantomeno alla volontà dell’amministratore. Questa linea difensiva sull’impossibilità oggettiva di adempiere segue l’impostazione giurisprudenziale più recente, che negli ultimi anni ha trovato margini di ragionamento nella crisi economica che ha investito diversi settori dell’economia».
«Per di più, in una situazione di crisi aziendale, pagare l’iva avrebbe rappresentato un atto in violazione della par condicio fra creditori, dato che alcuni sono privilegiati rispetto all’Erario. Inoltre, come già avevano accertato le indagini, al momento ultimo in cui era possibile pagare l’imputato non era più presidente. La motivazione dell’assoluzione da parte del giudice sarà depositata tra 90 giorni. La sentenza è importante perché finora questo reato era spesso considerato quasi una responsabilità oggettiva. L’assoluzione con formula piena chiude una vicenda dolorosa per l’imputato e gli consente di svolgere nuovi incarichi.» concludono gli avvocati difensori.