GROSSETO – Una lunga intervista, in cui Michele Rossi si è tolto qualche “sassolino dalle scarpe” dopo una settimana in cui i carabinieri stanno indagando su di lui e sul presunto cadavere che, secondo le accuse, avrebbe occultato.
«Sono venuto qui perché voglio stare lontano da tutti, e neppure qui mi lasciano in pace – afferma – sono sempre il capro espiatorio per qualunque cosa succeda».
«Hanno trovato un osso, pochi centimetri, non si sa neppure se umano, o portato da chi, e danno la colpa e me. Se scavano e trovano le necropoli etrusche anche quelle saranno colpa mia».
«Mi hanno tolto la mia dignità, accusandomi di ogni cosa, ora anche di essere assassino» prosegue Rossi.
I carabinieri questa mattina sono tornati nel fazzoletto di terra in cui vive Rossi, conosciuto da tutti come Ape, a terminare la perquisizione iniziata venerdì scorso. Questa mattina, oltre le unità cinofile, era presente anche un elicottero. Ma anche questa volta non sembra sia stato trovato nulla come ha confermato l’avvocato Giovanni Livio Sammicheli che assiste Rossi.