GROSSETO – Duecento progetti di Citizen science da tutta Europa, in lizza per aggiudicarsi la prima edizione dell’European Union Prize for Citizen science, promosso dalla Commissione Europea. A valutare i progetti una giuria composta da cinque esperti. Tra loro, un italiano: Andrea Sforzi, neopresidente dell’associazione italiana Citizen Science e direttore del Museo di storia naturale della Maremma, da tempo un’autorità riconosciuta a livello internazionale in materia di scienza partecipata dai cittadini.
Il riserbo sulla composizione del jury – come da espressa volontà della Commissione Europea – è caduto il giorno dell’annuncio dei vincitori, lunedì 22 maggio, e ora tutto è finalmente ufficiale con il lancio dei risultati. Il direttore della struttura museale di Fondazione Grosseto Cultura è stato uno dei protagonisti dell’iniziativa.
«Per la prima volta in assoluto – dichiara Andrea Sforzi – la Commissione Europea ha deciso di istituire un premio per la Citizen science, stanziando i fondi necessari, con la precisa volontà di promuovere progetti che favoriscano lo sviluppo di una società pluralista, inclusiva e sostenibile, all’insegna dei principi che ispirano la scienza partecipata dai cittadini. Per valutare e selezionare i progetti partecipanti, la Commissione ha individuato un jury di cinque membri, di cui ho avuto l’onore e il privilegio di far parte, e affidato l’organizzazione del concorso a Ars Electronica Center». Sono arrivati circa 200 progetti da tutta Europa, anche con applicazioni in altri continenti. «Inizialmente ogni membro del Jury ha analizzato i progetti secondo un preciso protocollo di valutazione, poi ci siamo riuniti a Linz, in Austria, sede di Ars Electronica, per tre giorni di discussione collegiale finalizzata alla identificazione dei progetti vincitori e di quelli che meritavano una “honorary mention”».
Ecco i risultati. Il progetto vincitore (“Isala: Citizen-science map of the vaginal microbiome”, nato in Belgio) si aggiudica un finanziamento di 60mila euro per studiare il microbioma della vagina, coinvolgendo vari gruppi di donne in comunità di tutto il mondo e una rete di laboratori. Due i progetti speciali premiati (con un finanziamento di 20mila euro ciascuno): “Urban Belonging Project”, nato in Danimarca, a Copenaghen, che coinvolge individui di comunità diverse per esaminare e valorizzare informazioni in ambito sociale, e “The Restart Project: the right to repair and reuse your electronics”, un progetto curato da un italiano che vive a Londra e che si basa sul principio di riparare gli oggetti – in questo caso di elettronica, fino agli elettrodomestici – creando una comunità digitale in cui gli utenti possono raccogliere e condividere dati in una piattaforma open source per scambiarsi informazioni e statistiche su oggetti, parti di ricambio e procedure di riparazione. Oltre ai 3 vincitori, il premio segnala anche 27 menzioni d’onore ad altrettanti progetti in vari ambiti, dal sociale alle scienze umane, dalla biodiversità alla salute, fino ai cambiamenti climatici (tutte le info su https://ars.electronica.art/citizenscience/en/).
«Oltre alla naturale gratificazione di aver partecipato come scienziato ad un progetto di questa portata – conclude Andrea Sforzi – questa iniziativa ha confermato come la disciplina della Citizen science stia conquistando sul campo una sempre maggiore autorevolezza e considerazione anche da parte delle istituzioni in ambito internazionale. È un presupposto prezioso per proseguire il lavoro di crescita comune all’interfaccia tra scienza e società».