GROSSETO – È stata convocata per martedì 23 maggio alle ore 10.15, in una seduta aperta al pubblico, la commissione consiliare di controllo e garanzia per fare chiarezza sulla decisione, assunta dal Presidente del consiglio comunale in condivisione con il Sindaco, di impedire la discussione della mozione presentata dalle opposizioni per chiedere la revoca di via Almirante.
Di fronte al Presidente della commissione di garanzia, Stefano Rosini, sono stati dunque invitati a comparire sia il Presidente del consiglio comunale Fausto Turbanti, sia lo stesso sindaco, Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
«La vicenda è infatti di assoluta gravità – affermano i capigruppo del Pd, di Grosseto Città Aperta e del Movimento 5 Stelle
Davide Bartolini, Carlo De Martis e Giacomo Gori – e va ben oltre il tema della mozione, tanto che ne è stata interessata anche il Prefetto, che lo scorso 8 maggio ha fatto pervenire al sindaco una richiesta di chiarimenti che, a quanto è dato sapere, ad oggi non sarebbe stata ancora evasa, ad ulteriore conferma dell’imbarazzo in cui si trova il primo cittadino, chiamato a giustificare l’ingiustificabile».
Ecco su cosa saranno chiamati a rispondere sindaco e presidente del consiglio: «La maggioranza di governo ha deciso di ricorrere all’intitolazione di alcune nuove vie della città per rendere omaggio alla figura di Giorgio Almirante, distintosi per il suo essere fascista e la sua opera di propaganda razziale, e pretendere di parificare antifascisti e fascisti, vittime e carnefici. Una scelta grave e profondamente divisiva che ha lacerato la nostra comunità. Per questa ragione Partito Democratico, Grosseto Città Aperta e Movimento 5 Stelle avevano presentato una mozione per chiederne la revoca, sennonché il presidente del consiglio, con un provvedimento senza precedenti, ha deciso di impedirne la discussione in consiglio comunale. Una decisione che manifesta un profondo disagio in seno alla maggioranza, assunta in aperto contrasto con la legge e la cui matrice è tutta politica, come pubblicamente rivendicato dal sindaco, affermando che la nostra mozione sarebbe inammissibile perché va “a scontrarsi con una decisione chiara e inequivocabile dell’amministrazione”».
«In altri termini, il consiglio comunale non potrebbe esprimere il proprio dissenso rispetto ad una decisione assunta dalla giunta comunale. Dichiarazioni sulle quali ci sarebbe solo da ridere se la questione non fosse terribilmente seria, perché questa azione, per quanto politicamente, istituzionalmente e giuridicamente sgangherata, se fosse tollerata diverrebbe un pericolosissimo precedente, aprendo alla possibilità per la maggioranza di turno di bloccare sul nascere potenzialmente ogni proposta dei consiglieri comunali solo perché non allineata con l’azione politica della stessa maggioranza. Praticamente un potere di veto che, ovviamente, non ha legittimazione in alcuna fonte normativa ma solo nella fantasia di chi amministra la nostra città. La questione, come evidente, va ben oltre il merito della mozione attualmente bloccata ed assume una rilevanza assai più ampia, incidendo sulla funzione di indirizzo e controllo attribuita dalla legge ai consiglieri comunali e finendo per mettere in discussione lo stesso ruolo di garanzia del Presidente del consiglio, che non è stato certo collocato su quella poltrona per assecondare i desiderata del Sindaco ma per tutelare le prerogative dei consiglieri, anche di minoranza, operando secondo criteri di imparzialità».
«Martedì 23 la Commissione di garanzia sarà dunque l’occasione per fare chiarezza e accertare le eventuali responsabilità di quanto accaduto e, aggiungiamo, di quanto tutt’ora sta accadendo. Perché se da un alto si è deciso di bloccare la mozione delle opposizioni, dall’altro alto il sindaco ha indotto i suoi capigruppo a presentare una singolarissima ‘contro-mozione’ – calendarizzata per il consiglio comunale del 25 maggio – volta a riaffermare la ‘triplice intitolazione’ a via Almirante, via Berlinguer e via della Pacificazione nazionale, nonostante sia stata deliberata solo poche settimane fa dal sindaco e dalla sua giunta. Un vero e proprio tributo al ‘capo’ che mortifica il ruolo del consiglio comunale e, soprattutto, segna la debolezza e l’inadeguatezza di questo Sindaco e della maggioranza che lo contorna».