PORTO SANTO STEFANO – Un gruppo di ragazzi ipovedenti provenienti da tutta italia sono a Monte Argentario per scoprire le meraviglie del mondo subacqueo grazie allo sforzo congiunto dell’associazione Albatros e del Centro Immersioni Costa d’Argento che li accompagna a esplorare le cale del promontorio.
L’Associazione “Albatros progetto Paolo Pinto” nasce per commemorare l’avvocato barese Paolo Pinto, campione mondiale di nuoto di gran fondo. Gli scopi principali dell’associazione sono finalizzati al miglioramento della vita di non vedenti e ipovedenti nonché alla loro integrazione sociale. In quest’ottica l’incontro con l’istruttore subacqueo Manrico Volpi e le reciproche affinità di intenti in questo campo hanno permesso di ideare, sviluppare e mettere a punto il progetto di elaborazione di una nuovissima metodologia didattica per l’insegnamento dell’immersione subacquea ai non vedenti, progetto abbracciato anche dal Centro Immersioni Costa d’Argento che da due anni ospita i ragazzi di Albatros.
«Ogni volta li accogliamo con entusiasmo – spiega lo staff del Centro Immersioni Costa d’Argento di Porto Santo Stefano – la particolarità di questi sub è che sono perlopiù ragazzi ipovedenti ed è bello vederli più o meno autonomi sott’acqua è grazie alla didattica rivoluzionaria per cui dobbiamo ringraziare il Presidente dell’Associazione, Angela Costantino Pinto, e l’istruttore Manrico Volpi.
Laura Celi, uno dei nostri istruttori, ha conseguito nel 2015 il brevetto di guida e istruttore subacqueo Albatros ASBI “Albatros Scuba Blind International”».
Un metodo rivoluzionario che apre nuove frontiere, trasformando una persona affetta da una grave disabilità in un subacqueo a tutti gli effetti, che può effettuare turismo subacqueo ed immergersi in ogni mare del mondo: «La novità radicale di questa metodologia – spiega Celi – consiste essenzialmente in un’impostazione rivoluzionaria che, con un’adeguata formazione del corpo docente, riesce a soddisfare in ogni fase un principio di “autonomia consapevole” del non vedente e, al contempo, di autentica “conoscenza ambientale” da parte sua. In pratica, l’ottenimento tangibile dell’obiettivo di considerare il non vedente non più solo trasportabile passivamente sott’acqua, bensì protagonista assoluto di sé stesso in immersione, con l’apporto del suo accompagnatore limitato al solo ruolo che il cane-guida ha nella vita di tutti i giorni».
Gli istruttori e le guide subacquee che accompagnano i ragazzi sott’acqua sono infatti muniti di un preziosissimo “Riconoscitore” dove sono riepilogate, suddivise per tipologia, tutte le specie marine che possono essere toccate senza rischi per i subacquei Albatros: «Il riconoscitore – chiarisce Celi – mostra la foto della specie toccabile con il relativo nome scientifico per l’istruttore. Tutte queste informazioni sono riportate in braille in modo che il ragazzo non vedente sia in grado di leggere il nome della specie, il colore e altre informazioni. La comunicazione avviene tramite segnali tattili che ci consentono di dialogare come con qualsiasi altro subacqueo».
Nonostante il maltempo le immersioni in questi giorni stanno andando avanti regolarmente e i 10 ragazzi hanno già avuto modo di esplorare i fondali di Cala Grande, dell’Argentarola e dello scoglio del Corallo.