ORBETELLO – Questa mattina, presso l’istituto scolastico scuola secondaria di primo grado “Don L. Milani”, di Orbetello, la Polizia di Stato ha incontrato gli studenti del terzo anno.
L’incontro, promosso dal dirigente scolastico e da Lions Club Orbetello I Presidi, è nato dalla necessità di fornire ai giovani qualche spunto di riflessione sul fenomeno del bullismo e cyberbullismo e per educare alla legalità attraverso la diffusione dei valori civili quali il rispetto delle regole, la solidarietà, l’inclusione che rappresentano fondamentali punti di riferimento per la crescita dei cittadini di domani e per la costruzione di una società più giusta ed equa.
L’immediata disponibilità dei mezzi informatici e tecnologici, a portata di mano di ogni studente e il conseguente aumento delle ore passate online, vede la tecnologia sempre più protagonista, ma con nuove e vecchie criticità.
Gli operatori della Divisione Polizia Anticrimine della Questura e della Polizia Postale di Grosseto intervenuti hanno richiamato gli studenti ad una maggiore responsabilità. Partendo proprio dalla normativa sul cyberbullismo sono state esaminate le misure a tutela dei minori, soffermandosi sulle conseguenze penali e le misure amministrative, come l’ammonimento del Questore.
E seppur vero che l’attrazione tra giovani e nuove tecnologie è ormai inarrestabile, con smartphone e tablet sempre più facili da usare, con un aumento esponenziale del numero dei ragazzi connessi a internet 24 ore su 24, ovunque si trovino, con un accesso al web sempre più a buon mercato e con un frenetico impulso a essere sempre più “connesso e social” e altrettanto vero che tutto ciò ha condotto tutta la società civile a misurarsi con temi e problematiche di incredibile dinamismo e complessità.
Proprio per questo la Polizia di Stato ha sentito la necessità di rispondere a questa esigenza sensibilizzando gli studenti presenti ad accedere al mondo virtuale, con maggiore responsabilità e consapevolezza, informandosi sulle novità introdotte da app e social, a salvaguardia della propria dignità, perché di fronte a situazioni che possono turbare o danneggiare la propria personalità, sia nelle vesti di vittima che di artefice, come anche solo di testimone, anche ove sia soggetto attivo/protagonista di comportamenti autolesivi, non rimanga da solo.