SCARLINO – «La Direzione dello Stabilimento di Scarlino, la RSU e gli RLS della società Nuova Solmine si sono incontrati per esaminare la situazione che si è determinata a seguito della crisi di Venator, che ha annunciato la fermata degli impianti produttivi almeno fino a fine anno, con possibilità di continuarla nel caso in cui non vengano concesse le debite autorizzazioni ai vari progetti di stoccaggio dei rifiuti generati (gessi rossi)». Si legge così nella nota di Nuova Solmine.
«La decisione di interrompere la fabbricazione di biossido di titanio condiziona inevitabilmente la politica di Nuova Solmine, in quanto fornisce a Venator, in regime di marcia regolare, circa il 30% della sua capacità produttiva. A questo stato di cose si va ad aggiungere l’attuale situazione di mercato, caratterizzata da una flessione globale della domanda di acido solforico che determina notevoli difficoltà per il collocamento di simili quantitativi. Avendo i propri stoccaggi pieni, la società Nuova Solmine ha dovuto ridurre i propri ritmi produttivi, attuando contestualmente un inevitabile programma di riduzione dei costi che potrebbe avere riflessi anche occupazionali».
«Le organizzazioni sindacali esprimono la loro preoccupazione per il futuro immediato del Polo Chimico del Casone e si rivolgono alle autorità tutte proponendo un tavolo di lavoro permanente con gli Enti competenti nell’auspicio di un immediato intervento atto a scongiurare una crisi che potrebbe avere drammatici riflessi su tutta l’economia della zona».