GROSSETO – «L’ostinazione con cui in Toscana il Pd continua a dire no ai Cpr, i Centri per il rimpatrio, è ormai imbarazzante e lo è tanto di più quando un suo sindaco, Biffoni di Prato, ammette che siamo ormai al collasso in tema di immigrazione. Per questo siamo molto preoccupati anche per le conseguenze che questa politica potrebbe avere per Grosseto e per la Maremma». Intervengono così il segretario provinciale della Lega Claudio Pacella e il segretario intercomunale di Grosseto Alessandro Bragaglia sul tema dell’immigrazione illegale.
«I Cpr non sono centri di accoglienza – ricordano Pacella e Bragaglia – ma sono centri per il rimpatrio dei clandestini dove velocizzare le pratiche di espulsione. Operazione fondamentale per un Paese come l’Italia che, oltretutto, si trova a subire le critiche di paesi vicini non amministrati certo da governi di centrodestra, e tacciata di essere la porta di ingresso di migranti illegali in Europa. Al di là degli attacchi strumentali all’Italia, il problema rimane e in Toscana, soprattutto dopo la salita della Schlein alla segreteria del Pd, si registra una rigidità sui Cpr che coinvolge anche chi, fino a poco tempo prima, era tutt’altro che contrario».
«Il problema generale della Toscana – continuano dalla Lega – diventa particolare anche delle singole province e Grosseto non ne è esente. Il nostro segretario federale Matteo Salvini ha sempre detto che è giusto accogliere chi fugge realmente dalle guerre o i perseguitati politici, così come chi qui entra legalmente secondo le leggi italiane e si integra nella nostra società, senza voler imporre la propria cultura anche contro i nostri valori e le nostre tradizioni».
«Il problema dell’immigrazione clandestina, favorita da un lassismo del Pd sul tema e da posizioni ideologiche a sinistra, rischia però di creare danni veri ed anche nella nostra città e nella nostra provincia li paghiamo spesso in termini di sicurezza. Chi è clandestino e chi delinque va rispedito a casa e anche velocemente».
«I centri per il rimpatrio servono a questo – concludono i leghisti -. Il sospetto è invece che qualcuno preferisca i vecchi centri di accoglienza, e su questa definizione, visti alcuni di questi, ci sarebbe molto da ridire, dove magari opera qualche cooperativa amica mantenendo lo status quo senza affrontare i problemi, più che andare alla radice degli stessi e risolverli una volta per tutte. Noi come Lega però su questo fronte, e a tutti i livelli, daremo battaglia e confidiamo nella determinazione del Governo».