UMBERTO ECO
“IL FASCISMO ETERNO”
LA NAVE DI TESEO, MILANO,(1995) 2017, pp. 51
I lettori di “Pergamena” scuseranno se ho saltato di presentare un libro domenica scorsa, ma era fuori città per un corso e non mi era possibile fare altrimenti. Gli stessi lettori potranno trovare utile questo agile saggio per orientarsi nelle polemiche che hanno accompagnato le commemorazioni di quest’anno per la Festa della Liberazione dalla dittatura fascista e dall’esercito di occupazione nazista. Sarà utile per capire la propaganda dei due paesi oggi in guerra ai confini d’Europa, in cui ognuno dà del “fascista” all’altro, mentre le donne curde e iraniane continuano a lottare per la vita, la libertà e la democrazia. Lascio all’intelligenza e alla sensibilità culturale (e politica) dei lettori di farsi un’idea propria anche attraverso questo libro più volte citato da più parti in questi giorni.
Si tratta del testo di una conferenza tenuta nel 1995 da Umberto Eco (recentemente scomparso, nel 2016) presso la Columbia University di New York per celebrare la vittoria sul nazismo. E’ un tema abbastanza famoso e molto discusso soprattutto oggi che da più parti si sostiene che siamo di fronte ad una riviviscenza del fascismo e in particolare se le correnti politiche che si rifanno al sovranismo e al populismo (comprese quelle al governo in Italia) siano prossime al fascismo. Personalmente credo che siamo di fronte ad un rischio elevato, anche se non a un ritorno al fascismo nelle sue forme storiche. Esiste tutta una corrente (un mainstreaming secondo un linguaggio trandy) che negli ultimi anni tende a gonfiare il fenomeno, anche per ragioni di cassetta (si pensi al romanzo di Scurati che ha vinto lo Strega 2019).
La Nave di Teseo, che è una casa editrice giovane, ma intelligentemente gestita da Elisabetta Sgarbi (molto più vispa del suo più famoso fratello Vittorio), segue la corrente, piazzando ad un livello culturale più alto degli altri, questo lavoro di Eco. Il saggio dimostra che il fascismo ha avuto molte declinazioni e più che di un’ideologia o di una filosofia si tratta di una retorica. Alla fine una costruzione teorica molto debole, che fa appello all’irrazionalità e si fa vanto della propria ignoranza. Sono sicuro di una cosa, che – come negli anni Venti del Novecento – il nazionalismo e il razzismo possono essere il canale attraverso i quali passano una svolta autoritaria di stampo neo-fascista.
Eco, che è stato un grande semiologo ed uno scrittore di successo (ricordiamo il suo bestseller planetario di gusto post-moderno “Nel nome della rosa”, 1980), sostiene che esiste un “fascismo eterno” o un “Ur-fascismo”, un archetipo del fascismo da cui partono tutti gli altri storici. L’autore ha una impostazione filosofica archetipale, che non condivido metodologicamente, perché pensa che esistono “simboli” eterni propri della mente e della cultura umana (appunto gli archetipi). In sostanza tutto tende a ripetersi, nella sua versione estrema si nega ogni possibilità di evoluzione (anche se questa non è quella di Eco).
C’è un simbolo primordiale “uroboro” (il serpente che morde la sua coda), che alla fine nega il divenire e la storia. A questa idea non posso aderire. Ma nel saggio in esame Eco fa una ricognizione dei “caratteri” del fascismo, che tendono a ripetersi in tutte le forme di questi regimi autoritari. Mi limito qui di seguito ad elencarli. Chi si prenderà la briga di leggere l’elenco, e ancor di più a leggere il saggio, breve e lucido, vedrà che molti sono reperibili in maniera inquietante nella situazione politica attuale.
1. Culto della tradizione.
2. Il rifiuto del modernismo.
3. Il culto dell’azione per l’azione.
4. Il disaccordo è tradimento.
5. La paura della differenza (razzismo).
6. L’appello alle classi medie frustrate.
7. L’ossessione del complotto.
8. I nemici sono al tempo stesso troppo forti o troppo deboli.
9. La vita per la lotta.
10. L’elitismo popolare.
11. Il culto dell’eroismo e della morte.
12. Il machismo.
13. Il populismo qualitativo.
14. La neolingua povera contro il ragionamento critico.
Gli americani sono più pragmatici e già da alcuni anni hanno pubblicato un manifesto sui “segni precoci del fascismo”, facilmente reperibile in rete. Questo tipo di analisi implica la necessità di intervenire precocemente. Usando una terminologia medica: è meglio prevenire che curare. Per venire a capo del fascismo storico ci vollero 20 anni, una guerra mondiale, un bagno di sangue di milioni di esseri umani e un cumulo infinito di macerie. Al Festival resistente sulle mura questo manifesto è circolato alcuni anni fa. Da allora i rischi sono certamente aumentati, ma ognuno di può fare un’idea per conto suo. I lettori più zelanti possono fare anche una controprova: verificare se i 14 “caratteri”, che secondo Eco individuano il fascismo, possono aiutare ad individuare anche l’altro “totalitarismo”, che di solito si contrappone a quello fascista e nazista. A tutte e a tutti buona riflessione e buona domenica.