GROSSETO – «Il direttivo della sezione Anpi “Elvio Palazzoli” di Grosseto nella giornata di domani 27 aprile alle 19, mette in programma due atti simbolici in occasione della Festa della Liberazione, oltre le polemiche che la hanno purtroppo segnata. Renderemo omaggio con due corone d’alloro a due lapidi trascurate tra i luoghi cittadini dedicati alla lotta di Liberazione in occasione della sua commemorazione». Così la sezione Anpi di Grosseto annuncia i due eventi che seguiranno la manifestazione organizzata per il 25 aprile.
«Metteremo la prima alla lapide dei partigiani caduti a Porta Vecchia, sul cui sangue poggiano le fondamenta del rinnovato Consiglio comunale di Grosseto, eletto nella notte del 14 giugno 1944, e difeso dai partigiani della formazione “Alunno” il 15 giugno a costo della vita dall’esercito nazista in ritirata. Ciò anche per ricordarlo a chi siede pro tempore sugli scranni del Comune. Metteremo la seconda alla lapide posta negli anni Ottanta dal Comitato giovanile antifascista (sono le ragazze e i ragazzi che da 25 anni organizzano il Festival Resistente) a ricordo delle vittime civili del bombardamento alleato del 26 aprile 1944 in piazza De Maria».
«È una ferita ancora aperta nella memoria delle famiglie grossetane, alcune volte strumentalizzata dalla destra. Nelle ricostruzioni circolate anche quest’anno, per fortuna non ricordando queste vittime della guerra in contrapposizione di quelle antifasciste del 25 aprile, sono stati omessi due elementi storici, che vogliamo richiamare alla memoria di tutti: il bombardanento dei civili non fu casuale (la giornata di quel 26 aprile era tersa e non c’era possibilità di errore di confondere l’areoporto con la città), rispondendo alla scelta alleata della “bomb zone”, il bombardamento a tappeto contro civili inermi allo scopo di dissuaderli da ogni sostegno al regime fascista; la difesa antiaerea e l’allarme non funzionò per l’incuria delle autorità fasciste. Giustamente la lapide dei giovani antifascisti richiama l’idea pacifista che i popoli non vincono mai le guerre, ma ne pagano sempre il prezzo».
«L’idea è valida allora come ora per ogni guerra. Noi amiamo la pace in ogni circostanza e ribadiamo anche in quest’occasione che la contestazione del 25 aprile, in cui si è espressa tutta la piazza, anche se con diverse accentuazioni, è stata pacifica e civile come era stata annunciata. Nessuno ha avanzato alcun passo minaccioso verso il sindaco e le autorità presenti. Vivarelli Colonna non ha tollerato il dissenso, come gli aveva chiesto anche la Cgil. Poteva esprimere un ripensamento sulla intenzione di dedicare una via cittadina al neo-fascista Almirante, cosa che noi della Palazzoli e l’intera piazza gli chiedevamo».
«Così non ci sarebbero state divisioni nel commemorare la Liberazione. La piazza ha risposto positivamente all’appello del presidente Limatola di far concludere il discorso al sindaco. Rivendichiamo, infine, come nostro modesto successo il fatto che Vivarelli Colonna ha finalmente pronunciato la parola “antifascismo” per la prima volta in sette anni di mandato. La strada per l’applicazione della Costituzione democratica e antifascista è lunga e in essa non c’è spazio per le nostalgie e le mezze verità. Non c’è spazio per via Almirante. Su questa strada noi ci siamo, praticando la memoria attiva come dicono i deliberati congressuali dell’Anpi. Invitiamo anche Vivarelli Colonna e tutti gli uomini delle istituzioni a fare altrettanto».