GROSSETO – «Siamo contenti, signor sindaco, che abbia ricordato che il 25 aprile è la festa di tutti» afferma Monica Pagni, segretaria provinciale della Cgil. «Su qualcosa in fondo siamo d’accordo».
«Però bisogna essere chiari, chiari, chiari, nel ricordare che il 25 aprile si festeggia la liberazione da una dittatura fascista durata 20 anni che ha impiegato i primi 10 a spazzare via con la violenza dello squadrismo, delle milizie, della polizia speciale, uccidendo e incendiando, tutto il dissenso e l’opposizione politica e sindacale. Per poi allearsi con il più grande criminale di guerra della storia, proclamando le leggi razziali che hanno condannato a deportazione e morte migliaia e migliaia di cittadine e cittadini italiani per trascinare infine il Paese in una guerra devastante, che ha causato distruzione e milioni di morti. Ovviamente facendo un sunto davvero riduttivo».
«Ecco, allora, che come lei stesso dice, non aver mai pronunciato le parole fascismo e antifascismo in questi sette anni da sindaco, non lo consideriamo un vanto, ma un errore. Perché le responsabilità del fascismo e quelle dei suoi dirigenti, di cui Almirante è stato uno dei principali, sono dimostrate, precise ed acclarate e il 25 aprile si celebra la vittoria di un fronte antifascista largo e plurale sul fascismo» prosegue Pagni.
«Affermare che le contestazioni della Cgil siano contro un’amministrazione perché di destra è una palese sciocchezza. La Cgil contratta con tutte le amministrazioni di qualunque colore politico, a volte facendo accordi molto avanzati proprio con le amministrazioni di centro destra».
«Il nostro statuto si riconosce nell’antifascismo e nella Costituzione e si ispira ai valori storici della sinistra, ma siamo apartitici e le nostre iscritte ed iscritti votano nella maniera più varia. Nonostante il buon tentativo di sviare l’attenzione su di noi, il problema, signor sindaco è la sua volontà di intitolare una strada cittadina ad un fascista. Per di più inserendola in un obbrobrio che la vedrebbe affacciata attraverso una trionfale via della “riconciliazione nazionale” a via Berlinguer» prosegue la Cgil.
«Non confonda il perdono con la perdita di memoria. Le persone hanno perdonato, lo testimonia ad esempio la lunga carriera politica proprio di Almirante, che mai ha rinnegato con decisione le sue origini, durata ben oltre la fine della dittatura. Ma questo non vuol dire dimenticare. Si deve anzi, ricordare. Proprio oggi che i testimoni di quella stagione ci stanno lasciando – per Grosseto è il primo 25 aprile senza Nello Bracalari – è tanto più importante raccogliere il testimone di questa memoria, senza contraffarla, perché quello che è accaduto in passato non accada più».
«Lo dica sindaco, dica finalmente che se noi e lei possiamo stare sulla stessa piazza esprimendo idee così diverse è perché quel 25 aprile noi tutti antifascisti abbiamo vinto e il fascismo ha perso. E sia conseguente. Se preme a lei, come a tutti noi, ripristinare un confronto proficuo e utile sulla città e sui tanti problemi che caratterizzano questo tempo, abbandoni propositi di revisionismo storico e concentriamoci sul presente».
«Altrimenti, dato che la ricordiamo, ai tempi in cui era presidente di associazione, a bordo di un trattore contestare ministri e ministeri del governo dell’epoca – perché contestare è appunto uno dei diritti riconquistati quel 25 aprile – si rassegni a raccogliere quello che semina senza vittimismi» conclude la Cgil.