ORBETELLO – «Quando parliamo della “vocazione turistica” del Comune di Orbetello, ci siamo mai chiesti se siamo veramente all’altezza di fare del buon turismo e se, oltretutto, vogliamo davvero affidare tutto il nostro sostentamento a questo unico settore?» a chiederselo Alessia Fronda e Ida Landsberg del Pd di Orbetello.
«”Fare turismo” non significa rimanere immobili come una pentola che attende di essere riempita, senza offrire dei servizi di alta qualità e senza curare il decoro del proprio territorio».
«”Località turistica” (come alcuni ardiscono di qualificare Orbetello) non ci si improvvisa, né si può definire tale solo perché si è data la parvenza di aver creato un nuovo sbocco occupazionale ad un territorio che, in passato, era noto ed economicamente florido grazie agli stabilimenti industriali (Sitoco e Sipenobel tra tutti) che, oggi, ormai dismessi, hanno lasciato il posto alla desolazione, non solo ambientale».
«Per “Fare turismo” serve curare, promuovere e valorizzare il proprio patrimonio storico – culturale – ambientale – prosegue la nota del Pd -. Ad Orbetello si notano, invece, mancanze eclatanti, se solo pensiamo all’Idroscalo in stato di decadimento, alle mura etrusche coperte dai cassonetti della spazzatura, allo stato delle nostre Porte cittadine, al degrado che regna nell’area dell’aeroporto Brunetta, dei bastioni, di Piazzale Cavallotti e dei parchi cittadini, all’abbandono delle sale di Porta Medina, allo scempio delle capitozzature degli alberi, ai tanti, troppi, monumenti all’abbandono».
«A Pitigliano si paga 5 euro per visitare il quartiere ebraico e noi dobbiamo scialacquare tutte queste risorse, per giunta “gratis”? Per non parlare dell’emergenza ecologica che da molti anni investe la nostra zona: la laguna di Orbetello, che potrebbe essere una grande risorsa turistica, nello stato attuale, più che per i paesaggi che offre, desta scalpore per gli eventi avversi che originano dalla sua agonia e che, addirittura, pregiudicano la vivibilità del paese, come le infestazioni di insetti e ragni e la diffusione di odori nauseabondi».
«Come se ciò non bastasse, tali fenomeni vanno ad aggiungersi ad altre annose problematiche, quali, ad esempio, la dispersione di plastica e rifiuti vari ed il tasso di inquinamento, che richiederebbe interventi di bonifica e di efficientamento del circolo delle acque, che, però, non sono nemmeno in fase di ideazione. Per “Fare turismo” servono servizi ed infrastrutture efficienti. Noi, invece, non abbiamo nemmeno una navetta che venga a prendere i turisti alla stazione, né una linea internet ed una copertura telefonica degne di questo nome».
«”Fare turismo”, ad Orbetello, non significa convogliare tutta la popolazione verso un’unica direzione lavorativa, che, in una località balneare, dura più o meno tre mesi all’anno – clima permettendo. A trarne profitto sono pochi imprenditori, che elargiscono lavoro ad una massa di precari stagionali a salario basso. Così strutturato, il settore del turismo tende a creare uno stuolo di lavoratori che non riusciranno mai a permettersi un mutuo o un canone di locazione per continuare, in futuro, a vivere ad Orbetello» continua la nota.
«Una scelta così miope non farà altro che agevolare l’invecchiamento del paese, accompagnandolo verso una progressiva, ma inesorabile, desertificazione, nonché verso un appiattimento sociale, culturale e lavorativo. Chi animerà il nostro centro storico durante la stagione fredda? Chi farà acquisti presso i nostri negozi? Che fine faranno le attività commerciali del centro? Di cosa vivranno i professionisti e le imprese, se non avranno una clientela che abbia necessità delle loro prestazioni e che possa sostenere i relativi costi? “Fare turismo”, soprattutto, non significa scoraggiare altre possibilità imprenditoriali».
«Anzi. Per garantire una certezza economica continua e una struttura sociale eterogenea, in grado di arginare l’abbandono del paese da parte dei giovani e, addirittura, di attirare capitale umano qualificato, è fondamentale variare i settori occupazionali».
«Ricordo che Orbetello è un paese abbracciato dalla laguna e ad un passo dal mare: cionondimeno, il settore nautico, che altrove è in costante espansione, qui è gravemente sottodimensionato rispetto alle sue potenzialità.
A Piombino stanno realizzando una nuova Marina grazie al Fondo Aree Sottoutilizzate: perché noi siamo rimasti al palo, sebbene Orbetello sia – eccome! – “un’area sottoutilizzata”?».
«Perché Orbetello non riesce a ricostruire una nuova realtà secondaria incentrata sulla cantieristica navale? Abbiamo mai pensato di sostituire il vuoto che hanno lasciato la Sitoco o la Sipe Nobel con delle imprese del settore secondario o del terziario avanzato? Perché non è mai stata attuata una adeguata strategia di marketing territoriale che faccia presente ai possibili investitori le immense potenzialità di Orbetello?» chiede il Pd.
«Ed ancora, anche guardando al solo ambito turistico, come viene consentito ai nostri visitatori di godere appieno della nostra laguna? Chioschi, pontili, aree attrezzate… dove sono? Una delle poche idee in questo senso fu quella dei battelli elettrici, ma abbiamo visto tutti che fine indegna hanno subìto. Solo con dei cambiamenti radicali, ma necessari, riusciremo a portare Orbetello sulla giusta strada verso una crescita continua e a diventare davvero un punto di riferimento culturale, turistico, ambientale ed economico».