GROSSETO – «Dobbiamo tornare ai fondamentali e mobilitarci per una nuova stagione che abbia al centro il diritto alla casa. Per questo chiediamo ai cittadini di sottoscrivere il nostro appello perché si torni a investire nell’housing sociale pubblico, e venga ripristinato il fondo nazionale per gli affitti e quello per il sostegno alla morosità incolpevole. Strumenti indispensabili per contrastare la povertà e il disagio abitativo, nel momento in cui il 60 per cento dei bilanci familiari viene assorbito dalle spese per l’abitazione».
È l’appello che lanciano Antonio Terribile, segretario provinciale del Sunia-Cgil, Sergio Camerota del Sicet-Cisl e Stefano Cherubini dell’Uniat-Uil, che insieme rappresentano 1.500 famiglie con disagio abitativo residenti in provincia di Grosseto. L’appello, che a maggio sarà consegnato alla prefetta di Grosseto, può essere sottoscritto presso le sedi di Sunia (via Manetti 21), Sicet (via Senegal 25) e Uniat (via Monterosa 112).
Nel loro documento i tre sindacati degli inquilini chiedono alle forze politiche e ai consiglieri comunali e regionali di approvare ordini del giorno che impegnino il governo a garantire il rifinanziamento per il 2023 delle principali misure di sostegno all’affitto per le famiglie in locazione abitativa. A partire dal fondo sociale per l’affitto e da quello per la morosità incolpevole, strumenti decisivi per contrastare il disagio abitativo di una fetta sempre più rilevante di popolazione.
Allo stesso tempo, si chiede sia previsto uno specifico canale di finanziamento per ristrutturare gli alloggi riconsegnati all’Edilizia provinciale grossetana (Epg), in seguito al venir meno dei requisiti, a decadenza o decesso degli assegnatari. Velocizzando così i tempi di riassegnazione a coloro che sono nelle liste di attesa per un alloggio Erp (edilizia residenziale pubblica).
«Dopo l’aggiornamento del fondo di sostegno all’affitto e di quello per la morosità incolpevole perpetrato con la legge di bilancio 2023 – sottolineano Terribile, Camerota e Cherubini – ci aspettiamo che in sede di conversione in legge, il cosiddetto “decreto bollette” sia emendato per ripristinare il finanziamento dei due fondi. Anche perché, in compenso, nel decreto del governo Meloni c’è una sanatoria penale in materia fiscale per “cause speciali”, che prevede la non punibilità di reati tributari come l’omesso versamento di ritenute per importo superiore a 150mila euro all’anno, o di Iva superiore a 250mila euro. Ennesimo condono che privilegia gli evasori, anche nel settore degli affitti, a scapito del contribuente onesto. Riducendo così le risorse disponibili per l’abitare sociale e il sostegno all’affitto».