GROSSETO – «Nell’area protetta del Parco della Maremma operano due Enti Regionali: Il Parco della Maremma ed Ente Terre Regionali Toscane. Il Parco si occupa delle attività di governo del territorio, di conservazione della natura e di promozione turistica, sostituendosi di fatto alle amministrazioni comunali. Il Parco non è proprietario di aree ed ha in diretta gestione solo alcuni immobili strettamente funzionali alla sua attività amministrativa. Ente Terre Regionali è invece un ente proprietario e gestore di terreni agricoli e boscati, di bestiame, come le vacche maremmane, e di cavalli. E’ deputato a gestire la banca della terra e a tutelare le risorse genetiche autoctone; deriva dalla trasformazione della precedente Azienda agricola regionale di Alberese». A spiegare la scelta della Regione Toscana una nota del Parco della Maremma.
«Ereditando il patrimonio dell’Azienda di Alberese e ancor prima quello dell’Opera Nazionale Combattenti, Ente Terre è anche concessionario del patrimonio storico-architettonico presente nel Parco: l’abbazia di San Rabano, la torre di Castel Marino, la torre di Collelungo e il granaio granducale di Spergolaia. Con la convenzione appena approvata dalla Giunta Regionale – in attuazione della riforma della legge istitutiva di Ente Terre fatta nel 2020 – alcuni beni non strumentali alla conduzione agricola passano dalla gestione di Ente Terre alla gestione del Parco della Maremma. I beni oggetto di questa modifica sono: Abbazia di San Rabano e Torre dell’Uccellina, Torre di Castel Marino, Torre di Collelungo, Granaio Lorenese e pertinenze esterne, centro integrato di servizi in Località Marina di Alberese e, contestualmente, tutti gli immobili che insistono nel centro medesimo, Pineta Granducale ad esclusione delle aree necessarie alla gestione dell’allevamento zootecnico, Aree boschive nel territorio dei Monti dell’Uccellina ad esclusione delle aree di oliveti e vigneti, Pista ciclabile e le aree di pertinenza nella tratta Alberese – Marina di Alberese, Parcheggio di Marina di Alberese».
«Questa importante riforma della governance è finalizzata ad una più razionale ed efficiente utilizzazione di questi beni e ad un più stretto rapporto di collaborazione tra i due enti. Il patrimonio storico potrà essere coinvolto con più facilità nelle iniziative di valorizzazione turistica dell’Ente Parco, così come le aree boscate dell’Uccellina potranno contribuire in maniera più diretta alle attività di ricerca e conservazione. E’ un passo storico che costituisce un elemento di rilancio del territorio e che sarà destinato ad incrementare la fruibilità e la competitività di questi importanti patrimoni pubblici. Un altro tassello in un progetto di rilancio del quale iniziano ad essere evidenti i risultati, sia in termini turistici che in termini scientifici».
«Grazie al lavoro degli Assessori regionali all’Ambiente e all’Agricoltura si compie oggi un lungo percorso che segna una tappa importante nella storia dei due Enti, afferma il Presidente del Parco Simone Rusci. Da oggi lavoreremo per coinvolgere questo patrimonio nelle attività che il Parco sta rilanciano, in primis la ricerca scientifica e poi la promozione turistica. Il granaio granducale, l’abbazia di San Rabano e le bellissime torri di Collelungo e Castel Marino, continua Rusci, diventeranno parte integrante dei percorsi di visita, saranno visitabili e ospiteranno in modo permanente eventi di divulgazione e spettacoli. Il Granaio, in particolare, può ambire a diventare un polo culturale per tutto il territorio. Come ha affermato l’assessore Marras, che molto si è impegnato in questa riforma, si tratta di potenziare la collaborazione tra gli enti del territorio e di valorizzare il grande patrimonio pubblico all’interno del Parco».