FOLLONICA – «Sono decenni che la città aspetta una sistemazione complessiva dell’area ex Ilva, che con il parco di Montioni rappresenta senza dubbio un grosso problema per tutte le amministrazioni che si sono succedute in città».
A dirlo è il follonichese Marco Stefanini dell’associazione La Duna.
«Evitiamo di parlare di Montioni – afferma -, tema sul quale sembrerebbe che qualcosa si muovesse. Sull’ex Ilva però c’è da dire che continua il lavoro a doppia velocità. Se sono stati portati a termine ormai da anni il teatro, la Fonderia n. 1 e il museo Magma, rimangono a testimoni del degrado e rovina edifici e strutture più piccole ma di altrettanto interesse storico e culturale».
«Elencandoli velocemente si parte con la casa della torre dell’orologio, si passa alla centrale elettrica, alla casa/torretta a fianco della biblioteca, al complesso che circonda il carbonile. Lasciamo perdere anche l’edificio che era sede dell’università e che vive un oblio imbarazzante. In pratica possiamo dire che solo le due strutture culturali, parte delle Ringrane e il museo sono state recuperate mentre il resto aspetta, forse con poca fiducia».
«Registriamo certo con positività l’intervento per recuperare la ciminiera che rischiava di crollare. Sono tutti interventi che certo hanno bisogno di fondi anche se opere più semplici, tipo il passaggio ciclopedonale che dovrebbe mettere in contatto l’area di cui parliamo e il parco Centrale, giace in attesa da anni dalla sua approvazione in consiglio comunale. Abbiamo letto nei giorni scorsi della presentazione di un bel progetto complessivo per un recupero totale che però necessiterà di sicuro di tempi non proprio corti e comunque non quantificati».
«Nel frattempo sarebbe forse meglio lavorare sul quotidiano e rendere l’area più pulita e visibili alcune strutture tipo il Bottaccio, il pozzo dove arrivava la Gora delle Ferriere per alimentare lo stabilimento. Una vegetazione di rovi impenetrabili e rifiuti di vario genere ne impediscono la vista e non completano la bellezza del Magma che è proprio attaccato. C’è più gente di quella che pensiamo che visita l’area e non si limita certo a guardare solo il prato o i bei colori degli edifici. Forse almeno prima del ponte pasquale sarebbe stato meglio dare una ripulita»?