TORNIELLA – «A Monte Alto nel comune di Roccastrada vicino a Torniella, si sta perpetrando uno scempio nell’indifferenza generale» a dirlo un lettore Roberto Tronconi speleologo e documentarista grossetano.
«Un taglio boschivo che non tiene conto delle peculiarità del luogo, sebbene queste rappresentino delle eccellenze per la biodiversità del nostro territorio capaci di generare importanti ricadute anche economiche per il turismo ambientale».
«Se da una parte si promuove l’escursionismo ed il cicloturismo con una rete ciclo-sentieristica di cui si fanno vanto le Amministrazioni, dall’altra non si comprende come poi questi sentieri possano essere fruiti dai cittadini se l’offerta paesaggistica e naturalistica è stata irrimediabilmente compromessa» prosegue Tronconi.
«I lavori di taglio a Monte Alto, oltre ad interessare una stazione di faggi che qui, nella sua seppure eccezionalità, vive ad una quota altimetrica nettamente inferiore al suo normale areale di sviluppo, interessano, purtroppo anche in maniera radicale, il tasso (taxus baccata)».
«Il Taxus baccata è un’essenza arborea originaria di gran parte dell’Europa, di parte dell’Asia e del Nord Africa. Ma nonostante il suo vasto areale, è in forte regressione anche per l’azione di abbattimenti perpetrati nel tempo dalla mano dell’uomo, ed è per questo una specie protetta».
«Infatti le foreste che ospitano il taxus baccata sono state designate come zone di protezione speciale dalla Comunità europea (direttiva Habitat 92/43/CEE e s.m.) che raccomanda agli stati membri un’attenzione particolare verso i territori ed i boschi che ospitano tali habitat e li invita ad intraprendere tutte le misure di protezione e di valorizzazione necessarie. Purtroppo non è il caso di Monte Alto, che oramai da anni subisce l’effetto nefasto dell’azione delle motoseghe, con conseguente perdita complessiva di massa forestale e con questa la scomparsa di rare essenze arboree» prosegue Tronconi.
«Visto il particolare interesse che ricoprono questi boschi per la loro ricchezza di varietà arboree di eccezionale valore, ma anche per l’importante funzione che essi assolvono per il trattenimento delle acque ed il contributo che danno al contenimento del dissesto idrogeologico che tropo spesso interessa i nostri Appennini, viene spontaneo domandarsi: come sia possibile che vengano rilasciati permessi al taglio senza la dovuta azione di costante e continuativa vigilanza sui lavori effettivamente svolti? Vigilanza preventiva necessaria alfine di prevenire i danni ambientali e paesaggistici a cui il nostro territorio da troppo tempo è oramai sottoposto».