GROSSETO – “Agriturismi maremmani abbastanza pieni per questo ponte pasquale, con capienza stimata intorno all’80% e con presenze soprattutto italiane.” Il presidente di Agriturist Grosseto, componente di Confagricoltura, Saverio Bazan esprime soddisfazione nel commentare l’andamento di una stagione che si preannuncia in linea con quella dell’anno precedente, nonostante il raddoppio dei costi di gestione e l’aumento delle tariffe contenuto entro il 20%.
“Abbiamo una situazione omogenea in provincia di Grosseto – spiega – in cui la clientela è quasi al 100% rappresentata da italiani con famiglie. In generale si registrano soggiorni brevi, che prevedono due o tre pernotti. Infatti, sopratutto per i nuclei familiari la scelta è condizionata da una ragione economica, ma anche dettata dal rispetto del calendario scolastico.”
Bazan mette in luce come le aziende agrituristiche in cui è offerto il servizio di ristorazione siano più attrattive e gradite nella scelta. Il medesimo trend di prenotazioni si evidenzia pure per i ponti del 25 aprile e del primo maggio, ove permane una grande attenzione alla spesa del soggiorno. Facendo dunque le pulci al settore e valutando circa 1.200 strutture agrituristiche presenti in provincia, il valore della Pasqua e degli altri ponti primaverili, porterebbe ad una occupazione di circa 10mila posti letto che, distribuiti in otto giorni di lavoro, giunge a qualcosa come 80mila presenze, per un incasso che supera i 3 milioni di euro, vale a dire dai 2 mila ai 3 mila euro medi per struttura.
E gli stranieri? “Con l’avanzare della stagione – chiosa il presidente di Agriturist Grosseto – si nota una progressivo incremento delle prenotazioni dall’estero, in particolare Germania e Svizzera, ma siamo comunque sicuri che la componente straniera sarà preminente nel periodo estivo.”
Infine, un riferimento al contenimento dei costi di soggiorno che le strutture agrituristiche maremmane hanno operato. “L’ultima cosa che vorrei sottolineare – conclude Bazan – è la maturità imprenditoriale dei nostri agriturismi che, a fronte di un raddoppio dei costi di gestione, hanno contenuto l’aumento delle tariffe entro il 20% con una equivalente qualità dei servizi offerti, disponibili in tal modo a ridurre la marginalità del loro profitto. Questo mi sembra il tratto più importante da sottolineare e da rimarcare, nonostante una burocrazia sempre oppressiva e difficoltosa da gestire, che non concede facilitazioni a chi sta dando un contributo determinante alla ricettività turistica di qualità, locale e nazionale.”