GROSSETO – «Con una decisione senza precedenti, in aperta violazione della legge, il presidente del consiglio comunale ha deciso di impedire all’opposizione di portare in consiglio comunale la mozione per la revoca di via Almirante. Un fatto di assoluta gravità che pone l’amministrazione comunale al di fuori del perimetro delle regole democratiche violando le più basilari prerogative del consiglio comunale». Inizia così a nota firmata dai capigruppo del Partito Democratico, di Grosseto Città Aperta e del Movimento 5 Stelle, Davide Bartolini, Carlo De Martis, Giacomo Gori.
«Una decisione la cui matrice è tutta politica, come apertamente rivendicato dal sindaco alla stampa, affermando che la nostra mozione non può approdare alla discussione in consiglio comunale perché andrebbe “a scontrarsi con una decisione chiara e inequivocabile dell’Amministrazione”».
«In altri termini, il consiglio comunale non potrebbe esprimere il proprio dissenso rispetto ad una decisione assunta dalla giunta comunale. Dichiarazioni sulle quali ci sarebbe solo da ridere se la questione non fosse terribilmente seria, perché questa azione realizzata a quattro mani da sindaco e presidente del consiglio comunale, per quanto politicamente, istituzionalmente e giuridicamente sgangherata, se fosse tollerata diverrebbe un pericolosissimo precedente, aprendo alla possibilità per la maggioranza di governo di bloccare sul nascere potenzialmente ogni proposta dei consiglieri comunali solo perché non allineata con l’azione politica della stessa maggioranza».
S«arebbe come dire che la presidente Meloni potrebbe impedire al parlamento di presentare e votare un progetto di legge solo perché confliggente con la volontà del suo governo. Praticamente un potere di veto che, ovviamente, non ha legittimazione in alcuna fonte normativa ma solo nella fantasia di chi amministra questa nostra città».
«Peccato per Vivarelli Colonna e per il suo fido presidente del consiglio Fausto Turbanti che le leggi esistono, a cominciare dal Testo unico degli enti locali, e riconoscono piena sovranità alle assemblee elettive quale è il consiglio comunale. Per questo nella giornata di ieri abbiamo inviato una nota formale al presidente del consiglio ed al sindaco affinché compiano immediatamente un passo indietro e calendarizzino la mozione per il prossimo consiglio comunale. Diversamente saremo costretti a rivolgerci alla prefetta perché sia ristabilito l’ordine democratico».
«Peraltro è chiaro che all’origine di questo ennesimo scivolone del sindaco c’è la sempre maggiore debolezza del primo cittadino, che ancora una volta dimostra il suo cuor di leone (da tastiera) cercando ogni pretesto per sfuggire al confronto pubblico, per il timore di dover rendere conto delle sue scelte di fronte ai rappresentanti dei cittadini. Come recentemente avvenuto per il caso Schlein, quando è sfuggito alla discussione nella commissione pari opportunità e addirittura non ha partecipato al dibattito sul tema nell’ultimo consiglio comunale».
«In questo caso, però, dietro quella che è una vera e propria fuga dal consiglio comunale evidentemente c’è qualcosa di più, perché si prova a impedire che la mozione con la quale chiediamo la revoca del famigerato ‘trittico’ – via Almirante, via Berlinguer, via della Pacificazione nazionale – neppure approdi alla discussione ed al voto. E’ chiaro allora che il timore non è solo per il confronto pubblico, ma soprattutto per le ormai notorie crepe nella maggioranza della quale il sindaco ha perso ogni controllo, dove ciascuno fa corsa a sé essendosi già aperte le danze (e le lotte) per la successione a Vivarelli Colonna».
«I problemi della maggioranza se li gestiscano però in casa propria, senza che le loro dinamiche interne vadano ad interferire con l’attività del comune che deve essere rivolta all’esclusivo interesse dei cittadini, e non di singoli gruppi politici o, magari, di singoli esponenti politici».