GROSSETO – La Fondazione Bianciardi si stringe alla traduttrice e editrice Luciana Bianciardi, che ha perso il fratello maggiore Ettore.
Figlio di Adria Belardi e Luciano Bianciardi, Ettore era nato a Grosseto il 17 ottobre del 1949. L’ingegnere abitava con la moglie a Bologna. Del padre scrittore aveva ereditato l’ironia e la grande passione per la letteratura.
«Abbiamo sempre rispettato — affermano il presidente e la direttrice della Fondazione Bianciardi, Massimiliano Marcucci e Lucia Matergi — la sua lateralità rispetto alla Fondazione. Ettore ha saputo scrivere prefazioni e interventi molto azzeccati su Luciano Bianciardi».
Dopo l’alluvione del 4 novembre del 1966, Ettore Bianciardi, allora diciassettenne, dette il proprio aiuto alla biblioteca Chelliana, dove era stato direttore il padre.
Un ricordo di Ettore dell’alluvione del 4 novembre del 1966:
“La situazione era molto grave, lo sottolineava la faccia più seria del solito del direttore Aladino Vitali, sempre con il suo camice bianco, ora però macchiato di fango; mi fecero entrare nelle stanze interne, inaccessibili fino ad allora a me e agli altri: tirammo fuori i libri dei ripiani bassi, erano blocchi di fango. Dovevamo, con la nostra scarsa perizia, aprire una a una le pagine separandole e poi mettere i libri a cavalcioni su un filo tirato tra le pareti, come panni ad asciugare. Rimasi tanto alla Chelliana, fui richiamato anche in primavera per continuare il lavoro, ora con più calma e un po’ più di esperienza: ormai non ero più un semplice lettore, ma uno della biblioteca, tutti mi guardavano con un certo rispetto, alla fine misero anche il mio nome, con gli altri, sul giornale. Ne conservo ancora il ritaglio, con orgoglio”.