GROSSETO – «Il centro storico sta morendo. Ma non è ancora giunto il momento del funerale, purché si prenda immediatamente in mano la situazione, senza ulteriori ritardi» così il gruppo consiliare Grosseto Città Aperta in una nota.
«I dati restituiti da uno studio di Confcommercio sono impietosi, segnalando praticamente un dimezzamento degli esercizi commerciali negli ultimi dieci anni con la cessazione di oltre centocinquanta attività e, quel che maggiormente preoccupa, un trend negativo inarrestabile. Se aggiungiamo l’annuncio della imminente chiusura del Centro commerciale naturale il quadro è completo. Certo è che se si vogliono trovare soluzioni occorre per prima cosa individuare le cause del problema e, come spesso accade, queste sono complesse e articolate».
«L’esistenza di due centri commerciali rappresenta senza dubbio un motivo di straordinaria criticità, ma costituisce un fattore ormai consolidato. Il danno, per intendersi, è stato fatto. Magari sarebbe utile non reiterarlo, sennonché è nota la scelta dell’assessore all’urbanistica di aver dato il via all’iter per il maxiampliamento di entrambi i centri commerciali con la famigerata delibera del 5 agosto 2021, approvata dall’intera maggioranza del Consiglio comunale».
«D’altronde l’urbanistica è un gioco estremamente delicato, in cui ogni scelta si riverbera su altri piani producendo spostamenti di flussi di persone e attività, e le decisioni assunte in questi anni, a colpi di varianti urbanistiche, di realizzare nuovi poli commerciali e lottizzazioni edilizie ai margini della città sicuramente non hanno aiutato la causa del centro storico.
Perché, alla fine dei conti, il problema è che Grosseto è una città statica, che soffre di una decrescita demografica e i cui cittadini vantano la minore capacità di spesa della regione. Dove sta allora il senso di ulteriore consumo di suolo e di nuovi insediamenti abitativi in luogo della rigenerazione di quelli esistenti se la popolazione non cresce? Dove sta il senso del moltiplicarsi di nuovi poli commerciali periferici se la domanda non cresce e l’unico risultato è una cannibalizzazione delle attività più piccole del centro cittadino? Peraltro anche opere meritorie possono provocare significativi squilibri. Il parco di via Giotto insegna, avendo acquisito una grande capacità attrattiva a discapito del centro storico, ed allora perché non realizzare un collegamento ciclopedonale per favorire un flusso virtuoso tra le due aree? D’altronde è da tempo caduto un velo di silenzio sul più complessivo raccordo ciclopedonale della città con il centro storico, previsto dal Piano della mobilità sostenibile ma, evidentemente, finito all’esimo posto nelle priorità dell’amministrazione».
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Analogamente andrebbe compiuta una valutazione sugli effetti che produrrà il futuro Parco del Diversivo, opera anch’essa meritoria ma che, per forza di cose, altererà ulteriormente gli equilibri. In questo senso un piano del centro storico dovrà passare necessariamente da interventi finalizzati a riportare residenti all’interno delle Mura. Bene l’operazione prevista per via Saffi che, grazie alle risorse del PNRR, trasformerà gli attuali uffici dell’anagrafe in venti alloggi per giovani coppie. Ma non basta, perché negli ultimi anni i residenti entro le Mura sono drasticamente diminuiti. Per questo urgono misure di defiscalizzazione e sostegno agli affitti da concertare con le organizzazioni di rappresentanza dei proprietari e degli inquilini, sulla scia di quelle che erano state proposte da Grosseto Città Aperta e pure approvate un anno fa dal Consiglio comunale, salvo essere poi rinviate sine die dalla giunta comunale».
«Urge, in definitiva, rendere il centro storico realmente vivibile nella sua quotidianità. Questo passa per una ripavimentazione integrale, con un selciato oggi in condizioni pietose che inevitabilmente scoraggia il transito in bicicletta, dei passeggini e soprattutto delle persone a mobilità ridotta. Questo, ancora, passa per una ‘riappropriazione’ di aree del centro letteralmente abbandonate, a cominciare dalla zona di piazza della Palma. Nel 2018 la regione Toscana finanziò un progetto, il Pop Up Lab, che vi aveva fatto sbocciare nuove attività. Dopo la fase di avvio la palla sarebbe dovuta passare all’amministrazione comunale per la ‘fase due’, quella del consolidamento mediante ulteriori iniziative, sennonché nulla è stato fatto, ed il risultato è stato inevitabile: una nuova desertificazione dell’area di piazza della Palma alla quale provano a fare da ultimo argine il Museo di storia naturale e la libreria Quanto Basta».
«Dobbiamo allora ripensare il paradigma dell’offerta del centro storico, insieme non solo alle organizzazioni dei commercianti ma insieme anche alle organizzazioni degli artigiani, perché la valorizzazione di queste ultime realtà potrebbe contribuire ad una interessante rimodulazione di quella offerta, magari risolvendo anche lo stato di cronico abbandono delle troniere sulle quali l’amministrazione comunale fin qui si è mossa con poca convinzione e, soprattutto, senza alcun serio impiego di risorse.
Più in generale crediamo che il centro storico abbia bisogno di una sua identità, coerente con l’originalità dell’esperienza socio-culturale grossetana, spazio della contemporaneità che trovò nella Kansas City bianciardiana la sua migliore rappresentazione.
Un’identità che potrà cominciare ad essere costruita nel prossimo progetto di partecipazione proposto da Grosseto Città Aperta e accolto dall’amministrazione comunale per la rinascita del vecchio cinema Marraccini. Una identità che dovrà necessariamente raccogliere tutti i contributi in modo trasversale per competenze e sensibilità e che, soprattutto, dovrà vedere un impegno finalmente serio, reale e concreto dell’amministrazione comunale. Il centro storico non può infatti essere più gestito solo con interventi spot, ma necessita di un vero piano di programmazione di medio e lungo termine capace di affrontarne le problematiche a trecentosessanta gradi, investendo gli ambiti dell’urbanistica, delle attività produttive, della cultura, del turismo e del sociale».
«In questo senso nel prossimo Consiglio comunale Grosseto Città Aperta, unitamente agli altri gruppi di minoranza, PD e M5S, presenterà una mozione per istituire un tavolo permanente per il centro storico e articolare un primo pacchetto di proposte concrete. Solo in questo modo potremo restituire fiducia, innanzitutto agli imprenditori che è ciò che chiedono quando devono investire in un’attività e, più in generale, a tutti noi grossetani che abbiamo a cuore il futuro e la vita del nostro centro storico».