GROSSETO – «Qualcosa si è rotto e l’ha voluto rompere lei!». Così Leonardo Culicchi, consigliere del Partito democratico è intervenuto oggi durante la seduta del consiglio comunale nella quale sono state nuovamente chieste le dimissioni del primo cittadino di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
«Noi vogliamo chiedere le sue dimissioni – ha detto Culicchi -, noi dobbiamo chiedere le sue dimissioni, perché un sindaco è la figura che interpreta e guida la visione di una città, che aspetta gli ultimi, che rispetta chi non ha le sue stesse idee, che mette l’interesse di Grosseto davanti a tutto, che prende i lembi stracciati e divisi di questa terra sempre più cenerentola della toscana e cerca ogni tentativo possibile per cucirli insieme in un legame più forte e coeso. Tutto questo lei chiaramente non ha alcuna intenzione farlo!».
Il presupposto per chiedere le dimissioni è partito dalla discussione in aula sulla mozione “Solidarietà alla Segretaria Nazionale del Partito Democratico Elly Schlein”, presentata da Pd, Grosseto Città Aperta e Movimento 5 Stelle. Ma le dimissioni sono state chieste non solo per il caso Schlein, ma anche per la vicenda di via Almirante.
«Chiunque abbia letto gli articoli sui giornali locali e nazionali sulla proposta di Via Giorgio Almirante – ha aggiunto Culicchi – ha capito che lei ha una visione di città spaccata e non di insieme dove la memoria non ha più alcun significato, l’importanza e asserire le proprie convinzioni a colpi di maggioranza calpestando il rispetto ed il valore delle differenze».
«Sindaco oggi le chiediamo di dimettersi – ha concluso Culicchi – per il bene di Grosseto, quattro anni così spaccheranno una città già fragile e non basteranno tagli di nastro ed inaugurazioni, non darà alcun valore aggiunto peraltro a quanto fatto in centinaia di comuni italiani grazie ai soldi del PNRR, il lavoro di un sindaco è ben più arduo e complesso. La sua missione è guidare una comunità, essere esempio per le nuove generazioni, far crescere Grosseto a livello sociale, economico di benessere e non solo in metri cubi di cemento armato».