MAIANO LAVACCHIO – Hanno scelto il giorno della commemorazione dei martiri d’Istia per contestare pubblicamente il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna. Una protesta andata in scena durante la commemorazione delle vittime dell’eccidio di Maiano Lavacchio, quando durante il discorso del primo cittadino di Grosseto gran parte dei presenti, una cinquantina di persone, tante con la bandiera della Cgil, altre con il fazzoletto del’Anpi al collo, si sono voltati dando le spalle al sindaco. Alcuni hanno intonato “Bella Ciao”, altri hanno fischiato, diversi hanno girdato “vergogna”.
Una contestazione piuttosto importante, della quale non si ha memoria in questi ultimi anni nei confronti di Vivarelli Colonna. Una contestazione nata per avversare in modo netto e chiaro la decisione della giunta di Grosseto di intitolare una via a Giorgio Almirante, ritenuto da una buona parte della comunità grossetana, una figura divisiva e troppo legata al fascismo e alle iniziative della Repubblica Sociale Italiana.
E se da una parte c’è stata la contestazione di cittadini e di persone impegnate nel sindacato e nelle associazioni vicine alla “sinistra”, dall’altra non sono mancate le critiche anche dure rispetto alla “vicenda Almirante” dai rappresentanti delle istituzioni. Nette le parole del presidente dell’Anpi provinciale Luciano Calì, così come chiaro è stato l’appello del presidente della provincia Francesco Limatola o l’intervento del presidente dell’Isgrec, Istituto storico grossetano della Resistenza e l’Età contemporanea, Lio Scheggi. Unanime insomma la voce che si è sentita a Maiano Lavacchio questa mattina in occasione del 79 anniversario di uno dei fatti più violenti e cruenti del periodo fascista, l’uccisione di undici ragazzi renitenti alla Leva nella Rsi; ragazzi che furono presi nottetempo, processati velocemente e fucilati.
Nel suo intervento il sindaco ha messo in evidenza come quella di Maiano Lavacchio sia stata «una tragedia imperdonabile che ha spezzato delle vite innocenti di cui non possiamo dimenticarci». Ha anche auspicato che «il ricordo sia l’antidoto contro l’oblio e la pigra indifferenza e che la memoria ci unisca in un abbraccio silenzioso che va salvaguardato, all’insegna del rispetto reciproco».
«Rispettare le diverse opinioni – ha concluso – dev’essere fondamentale per far sì che, come dice Papa Francesco, “non si risponda più al male con altro male”». Nessuno accenno da parte sua alla “querelle” Almirante né alle contestazioni ricevute o agli stimoli pervenuti dagli interventi di chi lo ha preceduto.
Alla manifestazione era presente anche il prefetto di Grosseto Paola Berardino che ha assistito sia alla commemorazione che al momento di contestazione. Sarà lei a dover decidere sul “nulla osta” che la prefettura di Grosseto, così come prevede la legge, dovrà rilasciare al Comune di Grosseto per il via libera definitivo all’intitolazione di via Almirante.
Una vicenda che ha anche due precedenti a Verona e a Zevio: in questo caso il prefetto aveva dato parere negativo all’intitolazione delle via a Giorgio Almirante perché si è considerato il rischio di «costituire motivo di divisione nella comunità civica e perciò può essere suscettibile di ingenerare tensioni a livello locale e provinciale, con riflessi anche sull’ordine pubblico».
La giornata di Maiano Lavacchio si è poi conclusa con l’inaugurazione della Casa della Memoria al Futuro: la vecchia scuola della zona, dove ci fu il processo sommario ai giovani martiri, è stata trasformata in un luogo di memoria nel quale è presente una mostra permanente che ricorda quei tragici fatti del 1944 e dove è stata ospitata una biblioteca. Ad inaugurare la nuova struttura c’erano insieme alla direttrice dell’Isgrec Ilaria Cansella, l’architetto che ha donato il progetto di ristrutturazione Edoardo Milesi, e gli assessori regionali Leonardo Marras e Alessandra Nardini oltre al sindaco di Scansano Bice Ginesi, al vicesindaco di Cinigiano Orietta Barzagli, l’assessore del comune di Grosseto Angela Amante e al commissario prefettizio di Magliano in Toscana Maria Paola Corritore.