GROSSETO – Dopo un anno di pausa, torna il Siloe Film Festival, l’iniziativa culturale sorta nel 2012 su impulso della comunità monastica di Siloe, attraverso il centro culturale san Benedetto, per approfondire tematiche centrali per l’umano attraverso il linguaggio dei corti.
L’edizione 2021, l’ottava in ordine di tempo, ha rappresentato in qualche misura la chiusura di una fase, che ha spinto la comunità monastica a riflettere su come valorizzare sempre meglio questa esperienza culturale. Ne è nato un confronto con l’ufficio diocesano di pastorale culturale, del quale fa parte p. Mauro Tomei, e dal confronto è nato il desiderio di fare del SFF un punto di congiunzione con la Settimana della Bellezza, in un periodo dell’anno – l’estate – che diventa occasione per richiamare anche persone al di fuori del nostro territorio.
L’edizione 2023 si presenta, dunque, con alcune importanti novità.
La prima è l’arrivo di un nuovo direttore artistico, nella persona di don Dino Mazzoli. Sacerdote della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, don Dino, dopo gli studi umanistici alla Sapienza di Roma, intraprende gli studi teologici al Pontificio Collegio Leoniano, e viene ordinato sacerdote nel 2013. Attualmente è parroco delle Parrocchie di San Pietro e San Giuseppe le Prata a Veroli. Accanto al servizio in parrocchia, coltiva anche la via dell’evangelizzazione attraverso l’arte rivolta ai più piccoli. Ha, così, creato il personaggio di «Din Don Art», attraverso il quale porta avanti un progetto creativo per annunciare il Vangelo mediante la creazione artistica e la manualità. Gira le parrocchie, è popolare sui social e insieme a Tommasino (Giacomo Avanzi), un pappagallo simpaticissimo, è protagonista del programma «Caro Gesù» in onda su TV2000.
Ospite in un paio di edizioni della Settimana della Bellezza, dove ha portato il suo talento nelle scuole della città di Grosseto, è stato incaricato dalla comunità monastica di Siloe di assumere il ruolo di direttore artistico del SFF.
“Sono alla mia prima esperienza di direzione artistica di un festival – dice don Mazzoli – come ogni ‘prima volta’ ho l’entusiasmo del mio ‘primo giorno’. Ringrazio la comunità di Siloe e la diocesi di Grosseto per la collaborazione nata in questi anni. Collaborazione che si riverserà anche sulla nona edizione del SFF, in quanto vedrà un forte coinvolgimento della Diocesi di Grosseto, soprattutto attraverso l’ufficio di pastorale culturale e quello di pastorale giovanile”.
La seconda novità è il periodo in cui si terrà la nona edizione del festival: a giugno, nei giorni di venerdì 23, sabato 24 e domenica 25. E tornerà al monastero di Siloe, dopo che nel 2021 – a causa del covid – si tenne quasi esclusivamente a Grosseto.
“D’altra parte – dice p. Mauro Tomei – il monastero dell’Incarnazione, sulla collina di Siloe, è il luogo proprio di questo festival. Lì è nato e cresciuto, lì l’ambiente stesso contribuisce a creare il clima giusto per l’ascolto di ciò che, mediante i corti proiettati, viene offerto al cuore degli spettatori. Come comunità monastica siamo davvero molto felici che don Dino abbia accettato questo impegno gravoso e felici che il SFF entri pienamente nel percorso pastorale e culturale della diocesi di Grosseto, parte integrante dell’esperienza straordinaria della Settimana della Bellezza. Possiamo ben dire che la Chiesa di Grosseto con questi due eventi rappresenta un po’ un unicum nel panorama ecclesiale italiano in fatto di evangelizzazione mediante i linguaggi della cultura”.
Che festival sarà l’edizione 2023?
“Vuole rispondere ad un bisogno – risponde don Dino Mazzoli -: creare un tessuto umano, fatto di relazioni, di confronto, di novità, di bellezza… l’esperienza di un riscatto che non nasce dalla rabbia, ma dalla pace. Il luogo in cui il Siloe Film Festival nasce rappresenta la chiave di lettura di tante cose. Il silenzio, la vita della comunità monastica, la bellezza del luogo, diventano lo scenario ideale per presentare la bellezza di voci, immagini, musiche che saranno protagonisti del festival. Il cinema ci racconta da sempre piccoli grandi conflitti, offrendoci chiavi di lettura diverse, interpretazioni che hanno la forza di smuovere i pensieri. Questo vuole essere il nostro obiettivo, far sì che le idee entrino in turbinio di movimenti che generano altre idee e che hanno come fondamento la pace, dai più grandi sistemi, al ritrovarsi con sé stessi. Sicuramente testimoni di tutto ciò saranno i protagonisti del cinema, della musica, dello spettacolo e della letteratura. Non ultimi i veri grandi protagonisti saranno i corti”.
LE CATEGORIE
Tre le categorie in concorso: “Courts of peace” con cortometraggi italiani o esteri realizzati da over 30, professionisti, con lavori editi o inediti; “Full of peace” riservato a cortometraggi di giovani under 30 con lavori inediti; “School of peace”, sezione dedicata agli studenti delle scuole secondarie, con produzioni inedite attraverso strumenti amatoriali.
Ogni sezione verrà valutata da due giurie: esperti e giovani.
Per la giuria esperti il SFF si avvarrà di personalità del mondo del cinema, mentre per i giovani saranno selezionati, attraverso un bando aperto nelle scuole, 5 ragazzi e 5 ragazze. Ogni sezione avrà un primo e un secondo classificato.
Durante la tre giorni di festival sono previsti incontri e dibattiti, nonché momenti musicali e proiezioni.
Un pensiero anche per la fascia dei bambini dai 6-12 anni: per loro sono previsti laboratori che, attraverso la manualità, introducano alla magia del cinema e all’essere costruttori di pace.
“Come direttore dell’ufficio di pastorale culturale della diocesi di Grosseto sono davvero lieto che il Festival entri finalmente e compiutamente tra le proposte culturali che la Chiesa di Grosseto rivolge a questo notro tempo – commenta don Roberto Nelli – Abbiamo sempre pensato e lavorato affinché la Settimana della Bellezza non fosse un evento circoscritto ad una settimana, ma desse in qualche modo il ‘la’ al cammino diocesano dell’anno. Il SFF diventa davvero questo anello di congiunzione fra l’esperienza della SdB dell’anno e le intuizioni per l’edizione successiva, alla quale stiamo già lavorando da mesi. Al di là di tutto, infatti, ciò che viene prima è quello che ci suggerisce papa Francesco quando ci esorta non tanto ad occupare spazi, quanto ad avviare processi. Processi di comunione”.
“I giovani – commenta don Stefano Papini – se nella loro vita impattano l’esperienza cristiana hanno bisogno di trovare contesti ecclesiali che in qualche modo li disarmino anche rispetto ad inevitabili preconcetti, che nascono da esperienze personali magari non sempre coinvolgenti o da quell’opinione che passa anche dai social, di una Chiesa estranea. In questi anni abbiamo sperimentato che quando coinvolgiamo i ragazzi su temi che toccano i loro cuori e le loro vite, sanno stare in dialogo e cadono quei muri che permettono, poi, di costruire ponti. La Settimana della Bellezza lo ha dimostrato: il dialogo con le scuole è stato sempre molto positivo e ha offerto tante bellissime occasioni di relazione e di condivisione. Per questo partecipiamo con gioia e convinzione anche al SFF, avendo già visto sul campo come don Dino sia davvero capace di intessere relazioni con le fasce giovani”.