GROSSETO – L’Anpi si mobilita contro Via Almirante e avvia una raccolta firme da inviare al prefetto, una manifestazione unitaria di tutte le forze politiche, e la scelta di intitolare la mia al primo «caduto di Grosseto per mano fascista, Giuseppe Savelli, muratore di 23 anni ucciso nel costruendo edificio delle scuole magistrali il 28 giugno 1921 durante l’aggressione alla città da parte di più di 700 fascisti».
A promuovere la raccolta firme, a supporto della lettera aperta al prefetto, è il comitato provinciale Norma Parenti.
«L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia attraverso i propri gazebo già attivi venerdì 17 marzo, giornata dedicata all’Unità nazionale ed alla Costituzione repubblicana, ha avviato la raccolta delle sottoscrizioni che saranno allegate alla lettera aperta indirizzata all’attenzione del prefetto della città di Grosseto, Paola Berardino, per invitarla a non autorizzare l’intitolazione di uno spazio pubblico del capoluogo maremmano a Giorgio Almirante, gerarca fascista recentemente destinatario delle mal riposte attenzioni della Giunta comunale di Grosseto».
«Le ragioni della ferma opposizione dell’Anpi sono al contempo giuridiche, storiche e politiche. A partire
dall’evidente assenza di lustro derivante dalla vita, dalle scelte, dai valori e dalle azioni di Almirante. Sul piano storico fu infatti segretario di redazione della rivista “La difesa della razza” e poi convinto esponente repubblichino di uno stato fantoccio al servizio della Germania nazista di Adolf Hitler».
«Impegnato in posizioni apicali nella lotta antipartigiana, terminata la guerra mai dichiarò pentimento e
dissociazione verso le proprie responsabilità ideologiche, politiche e militari relative a quel periodo storico. Sul piano prettamente politico il Comitato Provinciale “Norma Parenti” e tutte le Sezioni territoriali, a partire dalle due Sezioni cittadine di Grosseto, ritengono inoltre che la proposta di intitolare una via ad Almirante, in nome di una presunta pacificazione, esponga l’intera città al ridicolo oltre che alla legittima indignazione, configurando una sorta di grottesca, anacronistica e strumentale compensazione ideologica, attraverso la celebrazione di uno dei responsabili di un regime che ha portato lutti e dolore in tutta la provincia di Grosseto».
«La comunità maremmana rappresenta una società evoluta, operosa, dotata di forti radici democratiche, che non ha bisogno di imbarazzanti sguardi rivolti nostalgicamente ad un passato di violenza e sopraffazione. Anche per questa ragione, dando appuntamento alla cittadinanza per proseguire con laraccolta delle sottoscrizioni nel pomeriggio di sabato 18 marzo, dalle ore 16 alle 19, in piazza Dante Alighieri a Grosseto, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia confida nelle attente valutazioni del Prefetto con il concreto auspicio di non veder autorizzata l’applicazione di una delibera che è in palese contrasto con il buon senso e con la storia di coraggioso riscatto, democratico ed antifascista, della provincia di Grosseto» conclude Anpi provinciale.
Il comitato direttivo dell’Anpi Elvio Palazzoli propone invece una manifestazione «unitaria di tutte le forze antifasciste: partiti, sindacati, associazioni, movimenti da tenersi nel più breve tempo possibile».
«Non si tratta di riconciliazione, ma della legittima differenza tra oppressori e oppressi, tra carnefici e vittime. Non vi può essere pacificazione senza giustizia, come è buona norma del diritto. Avremmo in città una via intitolata al fascista fucilatore di partigiani in contrasto con quelle intitolate alle vittime del fascismo: Giacomo Matteotti, Bruno Buozzi, Don Giovanni Minzoni».
«Dobbiamo non far dimenticare mai la gravità di quel che è accaduto nel passato per contrastare quello che, come sostiene Umberto Eco, è il “fascismo eterno”, cioè il fascismo che storicamente ritorna sotto mentite spoglie, ma con gli stessi obbiettivi: razzismo, nazionalismo, violenza sui deboli, protezione dei potenti, divisione sociale, discriminazione, ingiustizia. E’ quindi necessario far sentire la nostra voce forte e chiara, tornando a manifestare nelle piazze».
Anpi rilancia con una seconda proposta: «Avendo notato che non vi è una via, una piazza, un luogo pubblico intitolato a una vittima grossetana dei fascisti, riteniamo che abbiamo il dovere di porvi rimedio. Può essere quello che per la nostra conoscenza è il primo caduto di Grosseto per mano fascista Giuseppe Savelli, muratore di anni 23 ucciso nel costruendo edificio delle scuole magistrali il 28 giugno 1921 durante l’aggressione alla città da parte di più di 700 fascisti».
«Oppure può essere l’ultimo caduto, il partigiano Elvio Palazzoli, 22 anni, il cui nome onora la nostra sezione, ucciso a Porta Vecchia il 15 giugno del 1944 nel tentativo di difendere la città, liberata il giorno precedente, dalla rappresaglia dei tedeschi in ritirata».
«Infine ricordiamo a tutti che il prossimo 22 marzo verrà ricordato il 79° anniversario dell’eccidio di Maiano Lavacchio. Undici giovani uccisi per essersi rifiutati di arruolarsi nella Repubblica Sociale Italiana a fianco degli invasori tedeschi. Dopo quanto è avvenuto ci auguriamo che il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna rinunci a celebrare personalmente la ricorrenza. Noi parteciperemo e manifesteremo civilmente il nostro dissenso alla amministrazione del comune di Grosseto, chiunque la rappresenterà. Invitiamo la cittadinanza tutta e le sezioni dell’Anpi a fare altrettanto. Non limitiamoci allo sdegno, agiamo».