GROSSETO – La vicenda dell’intitolazione di una strada di Grosseto a Giorgio Almirante arriva in Parlamento. A portarla a Montecitorio è Marco Simiani, deputato del partito democratici, che ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno per chiedere se ci sia un modo per non autorizzare l’amministrazione comunale a intitolare a via Almirante.
Ecco il testo integrale della interrogazione:
Al Ministro dell’interno; per sapere, premesso che:
il 30 gennaio 2023 la Giunta del Comune di Grosseto ha avviato il procedimento finalizzato a una revisione della toponomastica cittadina, consistente nel cambio di denominazione di due strade trasverse di via della Pacificazione nazionale, da intitolare rispettivamente a Enrico Berlinguer e Giorgio Almirante;
tale decisione ha subito suscitato un acceso dibattito nella comunità cittadina; in primo luogo perché la decisione della Giunta comunale accomuna due figure profondamente diverse tra loro e che hanno assunto un ruolo antitetico nelle vicende che hanno condotto alla fondazione della Repubblica e all’approvazione della Costituzione;
da un lato Enrico Berlinguer, che lottò per il ritorno alla democrazia e, nel corso di tutta la sua attività politica e fino alla morte, non ha mai risparmiato le energie per contribuire alla difesa della Costituzione, alla sua piena attuazione, al consolidamento della democrazia nel nostro Paese;
dall’altro, Giorgio Almirante che è stato dapprima coinvolto negli ultimi tragici anni di azione del regime fascista, ricoprendo addirittura il ruolo di segretario di redazione della rivista “La difesa della razza” dal 1938 al 1942 e firmando articoli dal tenore inequivocabilmente razzista tra cui quello, tristemente noto, del 5 maggio 1942 nel quale, tra l’altro, scrisse che: “Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, se veramente vogliamo che in Italia ci sia, e sia viva in tutti, la coscienza della razza”;
successivamente lo stesso Almirante ha svolto un ruolo di primo piano nella Repubblica sociale italiana, sia nella Guardia nazionale repubblicana sia come Capo di gabinetto del Ministro della Cultura popolare Fernando Mezzasoma; in tale qualità, tra l’altro, firmò un manifesto, affisso nella primavera del 1944 in molti Comuni toscani, nel quale si minacciava l’applicazione della pena di morte per tutti coloro che – tra i soldati ritenuti renitenti e disertori dopo l’8 settembre 1943 e tra i partigiani – rifiutassero di consegnarsi alle truppe nazifasciste entro il 25 maggio 1944; proprio nel contesto del clima generale prodotto anche da tale manifesto, avvennero anche nel Grossetano – tra la primavera e l’estate del 1944 – sanguinose stragi di civili, tra cui quella della Niccioleta;
proprio per questo, la comunità grossetana ha reagito con sdegno e in modo trasversale alla decisione della Giunta comunale in un dibattito che, nelle ultime settimane, ha visto coinvolti associazioni, esponenti della società civile, ex amministratori e semplici cittadine e cittadini;
in particolare, il comitato provinciale “Norma Parenti” dell’Anpi e le sezioni dell’Anpi di Grosseto “Carla Nespolo” ed “Elvio Palazzoli” hanno sottolineato che “Giorgio Almirante è stato un fascista al servizio dei nazisti che occuparono l’Italia, un ferale connubio che ha causato tanti lutti anche nella nostra provincia”,
l’intitolazione di una via a Giorgio Almirante non ha quindi nulla a che vedere con un intento di pacificazione ma anzi, soprattutto a Grosseto e nel grossetano, implica la riapertura – innecessaria e grave – di ferite che affondano nella memoria dei tragici fatti della primavera del 1944, cui Almirante non fu estraneo; d’altra parte, la pacificazione nazionale è avvenuta il 25 aprile del 1945 con la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e, successivamente, con l’approvazione della Costituzione repubblicana che nuovamente riunito la comunità nazionale attorno ai valori della libertà, dell’eguaglianza e della democrazia;
ai sensi dell’articolo 1 della Legge 23 giugno 1927, numero 1188 “Nessuna denominazione può essere attribuita a nuove strade e piazze pubbliche senza l’autorizzazione del prefetto”;
secondo quanto riportato in data 16 marzo 2023 dai locali organi di stampa, tale autorizzazione non sarebbe ancora pervenuta in quanto, più in generale, la Giunta comunale non avrebbe nemmeno inoltrato l’apposita istanza, allegando alla medesima la relativa delibera di Giunta e la planimetria dell’area interessata;
esiste ancora quindi un margine per fare in modo che – grazie a una assunzione di responsabilità da parte del Prefetto – la decisione della Giunta non venga autorizzata.
Se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti intenda assumere, anche attraverso le opportune interlocuzioni con la locale Prefettura, per evitare che si dia seguito alla decisione della Giunta comunale di Grosseto.