GROSSETO – «Le dichiarazioni del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna – scandisce Monica Pagni, segretaria della Cgil maremmana – provoca un profondo imbarazzo, che ci saremmo tutti sarei risparmiato volentieri. Perché da quello che dice, si evince che la storia può essere riscritta attraverso la toponomastica. Ma non è così».
«Il tema, infatti, non è bilanciare con l’intitolazione di una strada a Enrico Berlinguer la scelta improvvida compiuta dall’amministrazione comunale di dedicarne una a Giorgio Almirante. Il tema è che non si può intitolare una via ad un politico che nel ventennio fascista e poi nel corso della per fortuna breve esperienza della repubblica sociale italiana, si è macchiato dei peggiori crimini ai danni dei suoi stessi concittadini. Legittimando le leggi razziali da caporedattore della rivista “La difesa della razza” e poi svolgendo il ruolo di capo di gabinetto del ministero della cultura popolare della Rsi».
«Sdoganato dall’incapacità del Paese di fare i conti con il proprio passato, non per questo Almirante merita riconoscimenti postumi che potrebbero annacquare l’indegnità delle scelte che ha fatto sotto il fascismo. Pertanto, esimio signor sindaco, prenda atto del fatto che la storia sulle responsabilità di Almirante è già stata scritta, e non si intitola una strada a uno così».