GROSSETO – «Ad oltre un anno dalla approvazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, constatiamo alcune difficoltà nell’attuazione degli investimenti sebbene siano state programmate le risorse con un sufficiente raggiungimento di ripartizione, anche territoriale – afferma Ance Grosseto -. Ma di fatto la spesa attivata è stata, al momento, molto meno di quella prevista, comportando evidenti problematiche non solo sul piano nazionale, ma anche territoriale, compreso il livello provinciale».
«Secondo la nostra associazione le cause dei ritardi si possono sintetizzare negli eccezionali rincari delle materie prime e dei prodotti energetici, dalla fine 2020, con conseguente slittamento degli investimenti programmati; in un depotenziamento delle amministrazioni pubbliche causato dal blocco delle assunzioni che gradualmente ha condotto alla riduzione, all’invecchiamento ed all’impoverimento delle competenze del personale pubblico tecnicamente specializzato ed i tempi medi di realizzazione delle opere pubbliche, che già appaiono incompatibili con la scadenza del 2026 del Pnrr».
«Da questo quadro emerge la necessità di un’accelerazione nella realizzazione degli investimenti pubblici tra cui quelli nei Comuni che entro fine anno dovrebbero completare i loro interventi progettuali di medio e piccola entità. Per l’Ance Grosseto i prossimi mesi saranno cruciali per affidare le opere del Pnrr, sul quale è possibile un aggiornamento consentito dall’Ue da
perfezionarsi entro il 30 aprile. In merito, però, la nostra associazione, in linea con l’Ance, ritiene che al momento resti prioritario dare attenzione agli investimenti ed alle riforme del Pnrr, senza rimettere in discussione l’impianto complessivo del Pnrr, rimandando a fine anno eventuali riprogrammazioni quando, anche sul piano locale, avremo maggiore certezza sullo stato di avanzamento dei progetti».
«L’Ance Grosseto basa la sua linea di azione associativa sul fatto che rimettere in discussione la programmazione, ora che il monitoraggio non è completamente operativo, rischia di definanziare progetti potenzialmente cantierabili».