ORBETELLO – Dando seguito alle numerose segnalazioni dei piccoli pescatori, degli operatori del settore nautico e dei subacquei, anche Legambiente si associa al grido d’allarme riferito alla zona sud della Maremma rispetto alla dannosa e illegale pratica della pesca a strascico entro tre miglia dalla costa e alla presenza di circa 60mila barattoli per la pesca – altrettanto illegale – dei polpi.
Come Flai Cgil, anche l’associazione ambientalista “pone l’accento sul fatto che entrambe le attività sono vietate dalla legge poiché sottopongono a un grave stress l’intero ecosistema e lo danneggiano in maniera irreversibile”.
“La pesca a strascico – ha dichiarato Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente – rappresenta il 39% delle entrate dell’intero settore della pesca nel Mediterraneo. Quella di fondo in particolare, raschiando il fondale, falcia e letteralmente ara ecosistemi strategici, distruggendo la Posidonia oceanica, vero e proprio polmone del mare, fonte di cibo, ma anche luogo di nursery e riparo per pesci, cefalopodi e piccoli crostacei, oltre che importante ingranaggio utile a immagazzinare CO2. In parole semplici, la sua scomparsa non fa che contribuire alla corsa folle della crisi climatica. Inoltre, la pesca a strascico è parte attiva della scomparsa di numerose specie in via di estinzione come le tartarughe marine, gli squali e le razze. Far rispettare le regole che ne limitano fortemente la pratica nel Mediterraneo è fondamentale per la nostra stessa sopravvivenza e per quella dei nostri ecosistemi”.
“Tra i divieti – ha spiegato Gentili – c’è proprio quello di non oltrepassare le 3 miglia nautiche (5,6 km) dalla costa che, nel caso della Maremma, stando alle ricostruzioni dei piccoli pescatori, pare non essere rispettato. Apprezziamo lo sforzo significativo che in termini di interventi e controlli stanno compiendo le autorità preposte, Guardia Costiera e Guardia di Finanza in primo luogo, ma risulta evidente la necessità di un ulteriore sforzo finalizzato ad accertare i fatti e a sanzionarli nel più breve tempo possibile. Perdere tempo prezioso significa non punire in modo adeguato chi, nell’illegalità, distrugge giorno dopo giorno la nostra casa comune. A tal proposito, mi preme fare un plauso a Paolo Fanciulli per gli interventi virtuosi a cui, in collaborazione con numerosi enti e istituzioni tra cui la Regione Toscana, ha dato vita con la “Casa dei pesci”, realizzata con opere d’arte presenti nei fondali, vera e propria barriera per la pesca a strascico illegale.”
Legambiente da sempre si occupa dello stato di salute dei mari, nella piena e completa consapevolezza che sistemi produttivi come la pesca possano e debbano convivere con la salvaguardia dell’ambiente, facendo appello alla cosiddetta local ecological knowledge dei pescatori e ponendo al centro la salvaguardia dell’ecosistema. L’auspicio è che la mobilitazione da parte dei piccoli pescatori continui e che chi nota eventi e fatti anomali e di pesca illegale davanti alle nostre coste non si sottragga dal segnalarlo alle autorità preposte o al numero verde SOSMare 056448771.
“Ci auguriamo – ha concluso Gentili – che la risoluzione degli incresciosi accadimenti segnalati sia rapida, che aumentino i controlli e che si lavori con celerità a normative sempre più stringenti, affinché si possa mettere la parola fine a una assurda situazione che si protrae ormai da troppo tempo nel nostro mare.”