GROSSETO – «Dai peschi in fiore come in primavera alla portata in calo dell’Ombrone che torna a preoccupare e dell’Albegna che si trova in una condizione di siccità già severa. È febbraio ma già si torna a parlare di siccità. Le precipitazioni sono scarsissime».
(foto d’archivio)
A lanciare l’allarme è Coldiretti Grosseto, che spera ora nell’arrivo dell’annunciata perturbazione con pioggia e neve, importanti per aiutare i cereali in campo e consentire le lavorazioni dei terreni per preparare le semine primaverili in una situazione in cui si registra un deficit idrico del 30%.
«In molti territori non piove da più di un mese, nella zona di Orbetello da 38 secondo le rilevazioni del sistema idrogeologico della Regione Toscana, e gli agricoltori che invocano un po’ di pioggia per salvare le semine autunno vernine sono stretti nella morsa del rischio siccità e del rischio gelate. Per effetto dei cambiamenti climatici e degli eventi estremi nel 2022 il 10% dei raccolti è andato perso con la sola siccità che costata alla sola agricoltura maremmana 100 milioni di euro.
«Le preoccupazioni principali provengono dal settore cerealicolo – spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana e delegato confederale di Coldiretti Grosseto – Le piogge di novembre e dicembre avevano ritardato le lavorazioni in campo e la messa a dimora delle semine autunno vernine che sono slittate a gennaio e febbraio. Nel momento in cui avrebbero avuto bisogno di acqua non piove. Il rischio è che le semine di frumento duro, frumento tenero, orzo, farro non germoglino perché imprigionati sotto il terreno indurito o che soffrano compromettendo il prossimo raccolto E per la maremma, considerato il granaio della regione, sarebbe un disastro».
«C’è molta preoccupazione anche per i raccolti di fienagione considerando il grande numero di allevamenti ed i prezzi ancora molto elevati delle materie prime. Ad oggi, nello scenario attuale, le probabilità di ritrovare ad affrontare un’altra stagione in piena emergenza siccità sono molto elevate. Ecco perché è necessario accelerare sul piano invasi. La Regione Toscana, su iniziativa del Governatore Giani, ha attivato un tavolo regionale di cui facciamo parte con l’obiettivo di varare una normativa che consenta alle imprese agricole di rimettere in funzione e ripristinare gli oltre 16 mila piccoli invasi che oggi sono già presenti nella nostra regione ma che la burocrazia rende impossibile ripristinare. Laghetti ed invasi aziendali non assicurano solo acqua all’agricoltura ma sono un presidio di prevenzione e lotta agli incendi».
L’altro effetto del clima anomalo con caldo ben al di sopra della media e piogge assenti è quello di ritrovarsi con ortaggi in maturazione precoce e piante da frutto in fioritura con il rischio che il probabile ritorno del freddo e del gelo distrugga i raccolti.
Non solo invasi e laghetti. Coldiretti punta sulle nuove tecnologie per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici promuovendo l’uso razionale dell’acqua, sviluppando sistemi di irrigazione a basso impatto e colture meno idro-esigenti. Devono andare in questa direzione la nuova Pac, la Politica agricola comune, e le scelte della Regione Toscana, grazie alla collaborazione con la vice presidente, Stefania Saccardi, attraverso il complemento dello Sviluppo Rurale 2023 – 2027.
«La nostra agricoltura resta competitiva se investe sulle nuove tecnologie. È una forte spinta anche alla nascita di nuove imprese giovanili – conclude il direttore provinciale, Milena Sanna – La tecnologia è una risposta anche all’emergenza climatica e agli effetti della guerra sui costi di produzione. La disponibilità di acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare ed agroalimentare di qualità regionale».