LIVORNO – Muri finti per nascondere stanze segrete in cui tenere il pesce non in regola, tonnellate di alimenti non controllati e senza certificazioni di provenienza, granchi illegali e tossici. Sono tantissime le infrazioni rilevate dalla Direzione marittima di Livorno e rese note nel corso dell’incontro con la Regione Toscana per programmare le attività congiunte finalizzate alla sicurezza del consumatore, in particolare sui controlli della filiera commerciale dei prodotti ittici.
I controlli hanno riguardato i vari soggetti coinvolti nella catena alimentare, tra cui società di import/export, grossisti, supermercati, pescherie e ristoranti dove sono stati accertati e contestati complessivamente 40 illeciti per la violazione delle norme sanitarie poste a tutela del consumatore e della risorsa ittica, per un totale di circa 64.000 euro di sanzioni comminate.
12 le tonnellate di alimenti sottoposti a sequestro i quali, se finiti sulle tavole degli italiani, avrebbero potuto comportare gravi rischi per la salute umana. 13, invece, gli esercizi commerciali chiusi dall’Autorità Sanitaria per la mancanza dei prescritti requisiti igienico-sanitari o per le gravi carenze accertate.
Numeri che si innestano in quelli più generali che il Comando regionale della Guardia Costiera ha potuto elaborare a consuntivo delle più ampie attività di prevenzione e repressione in materia di pesca eseguite nel 2022: a fronte di oltre 6000 controlli in mare e a terra sono state elevate quasi 400 sanzioni per un importo di circa 600.000 euro. Oltre 200 i sequestri eseguiti per 20 tonnellate di prodotti ittici ritirati dal commercio e quasi 2000 attrezzi da pesca confiscati, provenienti dalla pesca professionale e sportiva.
Durante i controlli, allo sguardo vigile degli ispettori, non sono sfuggite situazioni davvero “singolari”, per le quali sono scattate le denunce alle locali Procure della Repubblica.
Da segnalare, ad esempio, il rinvenimento presso un ristorante di Prato di alcuni esemplari di granchi cinesi vivi appartenenti alla specie esotica altamente invasiva ‘eriocheir sinensis’, pericolosi per l’ambiente e l’ecosistema, oltre che rischiosi per la salute umana in caso di consumo.
O anche l’aver accertato, presso il deposito di un punto vendita all’ingrosso, tre locali accessibili attraverso porte occultate utilizzati per nascondere alimenti importati illegalmente dalla Cina. Analogo nascondiglio abusivo è stato accertato presso un rivenditore di alimenti gestito da operatori extracomunitari dove è stato individuato un locale camuffato da una finta parete. All’interno sono state rinvenute circa 5 tonnellate di alimenti di contrabbando privi di qualsiasi documento di tracciabilità. Il locale abusivo è stato sottoposto a sequestro e la merce è stata destinata alla distruzione.
Degna di nota è stata anche un’accurata attività di indagine sulla vendita di molluschi bivalvi congelati riportanti una etichettatura contraffatta. Nello specifico, dopo la denuncia presentata da una azienda operante nel settore della commercializzazione di Telline (Donax trunculus), è stata accertata la falsificazione delle etichette e della documentazione di tracciabilità dei molluschi. A seguito di perquisizione è stato poi scoperto, nella cantina dell’abitazione del responsabile, un vero e proprio laboratorio abusivo dove le telline venivano lavorate e confezionate in contenitori contraffatti, che imitavano le confezioni legalmente vendute dall’Azienda che aveva sporto denuncia. Anche in questo caso, tutti i prodotti e le attrezzature sono stati sequestrati.
Ma le attività non si sono limitate ai controlli a terra. Numerose sono state, infatti, le uscite in mare con le motovedette della Guardia Costiera per il contrasto alla pesca illegale e per le attività di ricerca, raccolta ed elaborazione di dati in materia di pesca, igiene e sicurezza alimentare, in particolare per l’esecuzione di campionamenti ai fini della classificazione delle acque per la raccolta dei molluschi bivalvi.
L’intesa prevede anche la reciproca partecipazione del personale ispettivo a corsi di formazione professionale in materia di igiene e sicurezza alimentare periodicamente organizzati dalla Regione Toscana e dal Centro di Formazione specialistica del Corpo delle Capitanerie di porto che ha sede a Livorno.
A margine dell’incontro, comune soddisfazione è stata espressa dai vertici delle due Amministrazioni quotidianamente impegnate a salvaguardare la salute dei consumatori.